Era stato accusato di violenze, pedinamenti e minacce. Una serie di atti persecutori nei confronti della moglie dalla quale si sta separando. Per un maresciallo dei carabinieri cilentano il Tribunale del Riesame ha revocato la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna. Il provvedimento era scattato a seguito delle indagini condotte e coordinate dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania alla quale la donna si era rivolta per chiedere aiuto.
Nel fascicolo d’indagine aperto dalla Procura vallese venivano contestati non pochi episodi di violenza che avrebbero spinto la donna a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine e porre fine agli atti persecutori del marito. Le investigazioni e il ragionamento della difesa del militare, rappresentato dall’avvocato Franco Maldonato, hanno smontato punto per punto le accuse formulate dal Pm e condivise dal GIP.
In particolare la misura è stata definita “sproporzionata ai fatti e peraltro ingiustificatamente estesa anche al divieto di avvicinarsi ai figli minori”. La difesa ha evidenziato come il soggetto accusato fosse incensurato e si fosse allontanato volontariamente da casa.
Il Riesame, inoltre, ha accolto le tesi della difesa che ha contestato la sussistenza della gravità indiziaria e di qualsiasi profilo intimidatori nei messaggi inviati tramite Whatsapp, che di fatto rappresentavano uno degli elementi alla base delle accuse nei confronti dell’uomo. Gli stessi presunti episodi di violenza, finiti al centro delle accuse, rientrerebbero in un quadro di crisi coniugale. Sarà ora il processo a stabilire la verità dei fatti, in attesa del processo le misure cautelari sono venute meno.