SAPRI. Il Cilento rischia di perdere definitivamente l’Alta Velocità. Rete Ferroviaria Italiana ha accantonato un primo progetto che pure avrebbe previsto una sola fermata a sud del Sele, ovvero ad Agropoli. Da qui sarebbe poi partito un percorso rettilineo capace di tagliare la tratta tirrenica meridionale fino a Praja a Mare, superando tutti i problemi infrastrutturali che essa presenta. Se già questa ipotesi aveva destato non poche perplessità, vista l’esclusione dal tragitto di importanti località costiere e dell’interno, il nuovo progetto che le ferrovie intendono attuare crea ancora più malumori.
Il nuovo tracciato per l’alta velocità
Il nuovo tragitto per garantire i collegamenti Alta Velocità da Salerno a Reggio Calabria partirebbe a nord di Salerno per raggiunge l’interno e transitando per il Vallo di Diano (senza fermate). Da qui, poi, il tragitto devierebbe verso sud per spuntare a Praja a Mare e inserirsi sul vecchio tracciato.
A lanciare l’allarme, poi amplificato sul territorio cilentano, è stata l’Associazione Ferrovie Calabria che ha diffuso le schede relative al progetto che l’ad di Rfi, Vera Fiorani, anche commissario per l’alta velocità Salerno – Reggio Calabria, ha presentato alla Camera dei Deputati.
Il nuovo tracciato ferroviario si innesterebbe sulla linea Monte del Vesuvio con una deviazione a nord di Salerno che raggiungerebbe Mercato San Severino, bypassando sia il Capoluogo che Battipaglia. Una nuova stazione alta velocità sorgerebbe tra Baronissi e Fisciano e da qui il percorso proseguirebbe poi per la Calabria.
Battipaglia sarebbe sede dell’interconnessione con la tratta Tirrenica Meridionale e con la tratta per Potenza per la quale pure è previsto un intervento di velocizzazione della linea.
Lungo il percorso ci sarebbe una connessione tra Eboli e Sicignano con la linea alta velocità proveniente da nord e diretta verso il Vallo di Diano fino a Lagonegro.
Un percorso parallelo all’autostrada che una volta raggiunta la Basilicata devierebbe nuovamente verso la costa con la possibilità (ma è solo una ipotesi) di un ramo verso Sapri. Il progetto prevede il superamento dei limiti infrastrutturali esistenti, una nuova fermata a ridosso dell’Università con interscambio con la linea Salerno – Mercato San Severino e la possibilità di bypassare Salerno e Battipaglia.
Il progetto
Per ora il progetto è ancora in cantiere. Entro l’anno Rfi valuterà le possibili alternative al tracciato. Tre i lotti principali: Salerno – Battipaglia, Battipaglia – Praja e quello per la realizzazione della nuova galleria Santomarco, quest’ultimo già destinatario di risorse grazie al Recovery Plan.
Le polemiche
In attesa di conferme sull’ufficialità dei tracciati non mancano polemiche. Alla rabbia dei cittadini si aggiunge quella delle istituzioni. Critico Giuseppe Del Medico, ex sindaco di Sapri e attuale consigliere di minoranza che ha lavorato all’arrivo dei treni alta velocità nel Cilento.
Del Medico, insieme agli altri consiglieri del gruppo Sapri Democratica, Pamela Marino, Tommaso Lando e Lucia Pepice non esista a definire “folle” il progetto.
“Il Cilento tutto deve con forza, determinazione, unità e urgenza lavorare per evitare la marginalità alla quale saremo destinati se mai venisse realizzato il progetto di RFI, che sancirebbe la definitiva certificazione della perdita di FUTURO per un intero territorio – fanno sapere da Sd – La partita oggi è più che mai aperta: serve una grande mobilitazione istituzionale e popolare (cittadini, associazioni, enti di servizio e di promozione, sindaci, deputazione regionale e nazionale) per far leva sul governo e far inserire nel recovery plain la realizzazione di un progetto che valorizzi il Cilento e non lo condanni a morte”.
“I nuovi collegamenti ferroviari sono l’ancora di salvezza per vincere la sfida della modernità, parliamo di infrastrutture necessarie a garantire sviluppo ed economica, attività produttive e, soprattutto turismo, così come da ultimo ha ricordato il ministro dei Beni Culturali in un appello alla cabina di regia sul Recovery fund. Il treno è modernità, quando si parla di infrastrutture che proiettano verso il futuro non possiamo prescindere dalla tratta ferrata”, concludono dalla minoranza saprese.