Dopo aver raggiunto la soglia record di 42.000 dollari, il Bitcoin è precipitato rovinosamente assestandosi tra i 25.000 e i 30.000 dollari questo gennaio. Molti rimangono però fiduciosi, prevedendo un nuovo record entro la fine dell’anno.
Investire nelle criptovalute con un conto demo
Molti hanno “abboccato” al fascino del Bitcoin, incoraggiati anche dai molteplici strumenti per il trading. Ogni piattaforma per il trading di criptovalute, infatti, offre la possibilità di aprire un conto demo. Gli utenti hanno modo sia di provare la piattaforma, che di avvicinarsi al trading gradualmente e in sicurezza. Con un conto demo, gli investimenti sono fittizi: il capitale utilizzato è falso e non c’è alcun rischio di perdere i propri risparmi. L’andamento del mercato invece corrisponde a quello reale e permette di imparare a individuare quali investimenti potrebbero essere favorevoli. Le criptovalute sono un “caso di studio” particolarmente utile, in quanto possono subire variazioni anche importanti in periodi brevi.
Il valore attuale del Bitcoin
A fine 2020 il prezzo dei Bitcoin era aumentato vertiginosamente, passando da circa 11.000 dollari a oltre 40.000 dollari nell’arco di soli tre mesi. Una volta raggiunto il picco di 42.000 dollari il 9 gennaio, l’andamento si è invertito e dall’11 gennaio, dopo una timida risalita di poche ore, il valore ha iniziato a scendere a picco. Il motivo di questo forte calo va ritrovato nei protagonisti del mercato: le criptovalute hanno attirato l’attenzione delle grandi società di investimento, e questo ha influito sulle recenti performance dei Bitcoin. I grandi rialzi in breve tempo possono causare cali improvvisi, creando enormi sbalzi sia in positivo che in negativo.
Rischi e incertezze
Se le criptovalute regalano grande gioia quando salgono, possono anche ferire profondamente quando collassano. Nulla vieta infatti che il valore scenda troppo e che non risulti più interessante per le transazioni, determinando la morte del Bitcoin. La società di investimento UBS Global Wealth Management consiglia agli investitori di muoversi con cautela, dato che il rischio di perdere tutto sarebbe concreto. L’analista di UBS Michael Bolliger spiega: “c’è poco per impedire che il prezzo di una criptovaluta scenda a zero quando viene lanciata una versione meglio progettata o se le modifiche normative soffocano il sentimento degli acquirenti”. Il quadro normativo per le criptovalute, infatti, non è ancora ben definito e questo si aggiunge all’incertezza del mercato.
Le istituzioni rimangono fiduciose
Con tutte queste premesse, va anche detto che molti operatori della finanza rimangono fiduciosi e ritengono che il valore del Bitcoin tornerà a salire a breve. Questo perché le banche centrali di tutto il mondo continuano a stampare moneta a una velocità preoccupante, diffondendo la paura dell’inflazione e di un prossimo disastro economico. Negli Stati Uniti, ad esempio, il PIL è diminuito del 31,4% nel secondo trimestre del 2020. Con l’economia globale in crisi, la naturale conseguenza è che le società di investimento e le istituzioni bancarie tornino a rifugiarsi nelle criptovalute per proteggersi contro l’inflazione monetaria, e in cima alla lista ci sarà proprio il Bitcoin. Secondo le stime più ottimiste, il prezzo potrebbe anche superare i 100.000 dollari entro la fine dell’anno.
Investire, sì o no?
Nel complesso, il Bitcoin sembra non aver ancora raggiunto il suo massimo potenziale e rimane la criptovaluta migliore su cui investire. Investire tutto su una singola criptovaluta, però, è quanto di più sbagliato si possa fare. La volatilità è troppo alta e un giorno potrebbe crollare o essere sostituita da una valuta alternativa. È molto più saggio invece dividere i propri investimenti tra il Bitcoin e le “alternative”, come Ethereum o Litecoin. Anche queste sono estremamente volatili e soggette a forti sbalzi di prezzo, quindi occorre monitorare da vicino il mercato e “cogliere l’attimo” per aprire posizioni favorevoli e chiuderne in positivo.