Questa Giornata della Memoria, se mi consentite, la dedico ai 500 agropolesi che nel 1535, dopo un cruento assalto Ottomano ad Agropoli, furono brutalmente e oltraggiosamente deportati a Tunisi per essere venduti come schiavi. E’ la più triste e tragica pagina della Storia Agropolese, purtroppo dimenticata, e che oggi , brevemente, è doveroso ricordare. Secondo il Lenormant, la decadenza di Agropoli nel XVI Secolo, si ebbe per le continue distruzioni apportate dal terribile pirata Khair-ed Din, il Barbarossa.L’assalto più cruento fu quello del 1535 (1534?), quando il Barbarossa con la sua flotta, affiancato dalla flotta del Corsaro Francese Barone Saint-Blancard sbarcò ad Agropoli, mettendola a ferro e fuoco.
Quell’anno il Feudo di Agropoli apparteneva al giovane Ferrante Sanseverino, che doveva corrispondere annualmente alla mensa Vescovile di Capaccio, dieci once d’oro. L’abitato di Agropoli era fortificato e “le porte ad una certa ora della notte fu costume per lungo tempo chiudersi per tema de’ Corsari”.
In quella terribile notte gli Agropolesi furono letteralmente strappati dalle loro casa. Migliaia di predoni si riversarono nelle strette e anguste stradine del borgo uccidendo i più intrepidi; rubando oro, gioielli ed armi; facendo prigionieri uomini, donne e bambini. Oltre 500 Agropolesi deportati: “Menandoli schiavi”. Il Barbarossa ed il Barone Saint-Blancard abbandonarono il borgo in piena rovina e desolazione, lasciando in vita poche centinaia di anziani. I deportati Agropolesi furono rinchiusi ed ammassati in modo orrendo nelle stive delle navi e, dopo alcune settimane, passate tra fame, stenti e prostrazioni, furono venduti sul mercato degli schiavi di Tunisi ed Algeri. Una pagina d’intensa crudeltà, da ricordare, per mantenere vivo il dramma dei 500 agropolesi immolati sull’altare della Storia della nostra cittadina.