Capaccio, Borrelli dopo il blitz: “Camorra più presente di quanto si pensi”

La politica respinge ogni accusa. "Nessun coinvolgimento". Anche la minoranza spera che il consiglio comunale resti fuori dalla vicenda

Di Carmela Santi

CAPACCIO PAESTUM. Il blitz che ha portato all’arresto dell’imprenditore Roberto Squecco (leggi qui) colpisce anche il consiglio comunale della Città dei Templi. È finita ai domiciliari l’ex moglie del noto imprenditore, Stefania Nobili, attuale consigliera comunale e capogruppo di maggioranza. Il Sindaco Franco Alfieri ieri mattina subito dopo gli arresti ha affidato ad una nota stampa le sue dichiarazioni: «Riguardo all’operazione di contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del trasporto infermi e delle onoranze funebri, – dice – sono già iniziati attacchi pretestuosi verso di me, il Comune di Capaccio Paestum e la mia amministrazione. Voglio sottolineare che si tratta di fatti del tutto estranei all’attività amministrativa portata avanti dal nostro Ente, di vicende che nulla hanno a che fare con il lavoro quotidianamente svolto dall’amministrazione che guido. Alla consigliera Nobili auguro di chiarire presto la sua posizione nell’interesse suo e della Comunità». Il primo cittadino ha preferito non aggiungere altro sulla delicata vicenda.

Dai banchi dell’opposizione le parole del consigliere Enzo Sica: «mi auguro dice – che la vicenda non vada ad interferire con il percorso amministrativo. Ci sarebbero gravi ripercussioni sul nostro operato. Stiamo per iniziare la vaccinazione alla popolazione. Non possiamo permetterci un eventuale scioglimento del consiglio. Ci sarebbero ripercussioni sul corso amministrativo Capaccese in un momento di gravi difficoltà, dove tutto il nostro impegno è proiettato, attraverso la lotta alla pandemia da covid , verso la ripresa dell’economia del territorio».

Nonostante tutto, però, le polemiche sull’amministrazione comunale non mancano. Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo parla di “Sistema Cilento” e chiede una commissione d’inchiesta su Capaccio Paestum. Alla richiesta si è associata l’UDC provinciale. Dalla Commissione Antimafia già ieri è arrivato un significato segnale con l’intervento del capogruppo, il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone. «E’ necessario – ribadisce – fare subito chiarezza su quanto sta emergendo noto imprenditore di Capaccio Paestum, che in passato si è reso protagonista di vergognosi caroselli inscenati con mezzi di soccorso del 118 in occasione delle elezioni comunali, del capogruppo della maggioranza del sindaco Alfieri».

L’operazione Croci del Silaro vede ventidue indagati, undici misure cautelari personali e 16 milioni di euro di beni sequestrati.
Oltre a Roberto Squecco, ci sono Giuseppe Pinto, suo stretto collaboratore, Giuseppina D’Ambrosio (sua cognata), Donato Potolicchio, Stefania Nobili (ex moglie di Squecco e consigliera comunale a Capaccio), Assunta Salerno (moglie di Potolocchio), Mario Squecco (nipote), Michele Montefusco (suo collaboratore), Domenico Sorrentino ed Elena Vitale (moglie di Mario Squecco).

Divieto di dimora a Salerno per Gerarda Montella, funzionaria Asl, all’epoca responsabile dei servizi territoriali Asl ed oggi responsabile del servizio tamponi dell’Asl unica di Salerno. L’accusa, per lei, è di aver redatto un atto falso.

«La camorra nel salernitano è più presente di quanto non si possa pensare. C’è, è reale, si infiltra nel tessuto sociale ed economico e non soltanto nella Piana del Sele. È in tutta la provincia, ed anche nel capoluogo». Queste le parole del procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli a margine dell’operazione. Il magistrato ha ricordato il curriculum criminale di Squecco: i suoi rapporti con Giovanni Marandino, il precedente arresto, la condanna, l’organizzazione del corteo per festeggiare la vittoria del sindaco Franco Alfieri, gli investimenti fatti attraverso metodi illegali.

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