La storia di Rosita, mamma per la seconda volta grazie al personale dell’ospedale di Sapri

Grazie alla professionalità dei sanitari del reparto di ostetricia e ginecologia dell'Immacolata è venuta al mondo Sophia Arya

Di Redazione Infocilento

In un periodo di incertezza, crisi sanitaria e paura dovute al #covid una storia di speranza e di buona sanità arriva dall’Ospedale dell’Immacolata di Sapri: a raccontarla è una donna di Maratea, Rosita Russo, che ha contattato la nostra redazione per divulgare la propria esperienza positiva riguardante la nascita del suo secondo figlio, Santiago Giulio, nato in piena pandemìa nel reparto di Ginecologia e Ostetricia del plesso saprese, dopo che la donna aveva avuto due gravidanze interrotte presso altre strutture sanitarie.

Una storia lunga, quella di Rosita, che merita di essere ripercorsa fin dall’inizio. Dopo un’infanzia difficile, il desiderio più grande della donna è quello di costruire una famiglia con suo marito. Nel 2014, tuttavia, la prima gravidanza non va a buon fine a causa di una patologia nota come “incompetenza cervicale” e Rosita si ritrova al sesto mese a partorire la sua piccina priva di vita.

Dopo 3 mesi decide di riprovarci, presso un altro ospedale lucano più grande ed attrezzato: “Chiesi fin da subito di fare il cerchiaggio, ma dissero che avevo perso la mia prima figlia per altri motivi, dunque mi fidai. Al quinto mese però successe di nuovo l’irreparabile e la mia piccola Arya sopravvisse soltanto poche ore”. Per la seconda volta Rosita deve fronteggiare il dolore, fisico e morale, della perdita di un figlio. “In qualche modo a mia figlia è stata negata la vita, perché con il cerchiaggio avrebbe avuto buone probabilità di sopravvivenza”, dice con un filo di commozione ancora oggi.

Dopo più di un anno è di nuovo incinta e, presso l’ospedale di Battipaglia, viene sottoposta a cerchiaggio dal dott. Pisapia, una pratica invasiva ma necessaria per incentivare la buona riuscita della gravidanza. Dopo nove mesi difficoltosi, infatti, finalmente arriva Sophia Arya. Una gioia presto raddoppiata perché, nel pieno della pandemia, la famiglia si prepara ad accogliere un nuovo membro, Santiago Giulio.

“Anche in questo caso, il percorso fino al nono mese è stato non privo di difficoltà, ma ho ripetuto il cerchiaggio con il dott. Pisapia, al quale devo la vita di entrambi i miei figli e, dalla dodicesima settimana in poi, sono stata seguita con estrema serietà, professionalità e competenza presso l’Ospedale di Sapri”.

Nel nosocomio in riva alla baia saprese Rosita trova da subito la tranquillità nei sorrisi di infermiere e personale sanitario ed instaura con le dottoresse Perazzo e Tangredi un rapporto di stima profonda. “Mi sono sentita trattata come una regina. L’ostetrica Angela Tangredi mi è stata vicina durante ogni fase e mi ha trasmesso la forza necessaria per partorire. Ogni membro del reparto e del pronto soccorso si era affezionato a me e alla mia storia, non li dimenticherò mai. Sono degli angeli”. Ancora una volta dunque il punto nascite dell’ospedale della città della Spigolatrice (che ogni tanto deve ‘difendersi’ ed essere ‘difeso’ da ipotesi scellerate di chiusura) si riconferma un vanto della zona per la cura e l’attenzione riservate alle donne in un momento così delicato della vita.

Da questa vicenda arriva però il messaggio di Rosita per le madri con gravidanze a rischio e, non meno importante, anche un appello alle giovani donne. “Non bisogna sottovalutare l’importanza degli screening e della prevenzione: l’incompetenza cervicale può essere diagnosticata in tempo e si può agire di conseguenza, riuscendo ad evitare l’insorgere di complicazioni che possono portare alla morte del feto. Se sono arrivata fin qui è perché ho sempre creduto alle seconde possibilità e non mi sono mai arresa”

Anche grazie all’aiuto di un reparto di eccellenza, come quello di “Ginecologia e Ostetricia” dell’Ospedale dell’Immacolata di Sapri.

Myriam Guglielmetti

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