La vita tra le mani, quel cordone che per nove mesi lega il bambino alla mamma è sempre difficile “tagliarlo” e Andrea ieri non voleva proprio lasciarlo.
“Il 24 dicembre scorso – spiega Tiziana Donnangelo di Rofrano- è finito il tempo previsto per la nascita di mio figlio, ma lui non voleva lasciare il grembo, non voleva lasciare il suo posto sicuro. Ieri insieme alla primario Vincenza Perazzo del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale dell’Immacolata di Sapri abbiamo deciso per l’induzione al parto arrivato ormai alla 41esima settimana.
Alle 20 e 16 minuti è arrivato Andrea di 4 kg e 60 gr. In questo momento particolare e per le restrizioni anti covid il papà non ha potuto assistere al parto ma tutto il personale medico e paramedico mi è stato vicino mostrandomi affetto e amore. Questo reparto è avvolto da “calore proprio come una famiglia”.
La dottoressa Costanza Scevola prontamente ha immortalato questo momento in cui il piccolo si aggrappa al cordone ombelicale quasi a voler tentare una scalata verso il ritorno al grembo materno, un gesto che fa capire quanto sia importante il legame che si crea nei nove mesi di gestazione.
Il cordone ombelicale diventa addirittura un nastro nella leggenda di Afrodite quando con esso la dea greca lega a sè suo figlio Eros e trasformandosi in pesci scappano dal terribile mostro Tifone. Da questa leggenda abbiamo oggi tra i segni dello zodiaco, il segno dei pesci rappresentato con un nastro che lega due pesci (Afrodite ed Eros). Il mito di una relazione legata dal cordone ombelicale che protegge il legame e resiste nel tempo.