Il Ministero della Giustizia non è tornato sui suoi passi e nei giorni scorsi ha comunicato ufficialmente la sua decisione di confermare la chiusura della casa circondariale di Sala Consilina perché ritenuta non economicamente conveniente per le dimensioni, potendo accogliere meno di 50 detenuti. Il Dicastero di via Arenula lo ha fatto adottando un nuovo provvedimento di chiusura a distanza di due anni dalla conferenza dei servizi imposta da una sentenza del Consiglio di Stato con cui era stato accolto il ricorso del Comune di Sala Consilina che aveva contestato la legittimità del provvedimento di soppressione del carcere firmato nel 2015 dall’allora Ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Ad accendere la speranza di una possibile riapertura della struttura carceraria era stata la sentenza del Consiglio di Stato che nel 2017 aveva annullato il Decreto Ministeriale di soppressione perché il provvedimento era stato adottato senza aver coinvolto l’amministrazione comunale e l’Ordine degli Avvocati di Lagonegro.
La successiva conferenza dei servizi è servita a ben poco se non a prolungare l’attesa di un provvedimento annunciato nonostante i tentativi di trovare una soluzione per poter ampliare la casa circondariale e fare in modo che potesse rispettare i requisiti richiesti dal Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria.
La vicenda però non è destinata a concludersi perché in una riunione tenutasi nella giornata di lunedì l’amministrazione comunale ha deciso di ingaggiare una nuova battaglia giudiziaria per far valere le proprie ragioni e si rivolgerà al TAR per chiedere l’annullamento del nuovo provvedimento di soppressione.