Riceviamo e pubblichiamo, di seguito, nota stampa dell’associazione “Città Libera di Capaccio Paestum in merito alle iniziative da intraprendere per i bisognosi in vista delle prossime festività natalizie. Ecco il testo del comunicato:
Il perdurare della pandemia e delle relative misure di contrasto alla sua diffusione ha destabilizzato diversi settori economici, se non tutti. Ma, all’interno di ogni singolo settore in difficoltà, c’è una famiglia in ginocchio. A Capaccio Paestum, i settori della banchettistica, della ricettività e dell’enogastronomia, che danno lavoro a centinaia di famiglie, sono fermi da mesi e non si ha idea di quando ripartiranno. Di conseguenza, chi lavorava in questi settori ha come unica certezza l’incertezza del futuro. Con l’avvicinarsi di questo primo, e speriamo ultimo, Natale di piena crisi, in molti ci hanno contattati chiedendo dignitosamente aiuto. Per questo ci sentiamo in dovere di dare voce a questi nostri concittadini senza alcun timore di strumentalizzazioni pseudo politiche di un momento così tragico. I loro dubbi li facciamo nostri e per loro chiediamo chiarezza ed interventi immediati.
A NATALE SI DEVE ANDARE OLTRE – UNA DIVERSA GESTIONE DEI FONDI STATALI PER LA SOLIDARIETÀ
Come è noto, il Comune di Capaccio Paestum, in base a quanto stabilito dall’articolo 2, comma 4, dell’Ordinanza del Capo della Protezione civile n. 658/2020, è stato destinatario ad aprile scorso di circa 230mila euro da utilizzare per le necessità alimentari, in tempo di Covid, dei cittadini meno abbienti. Ci risulta che, grazie alle tante donazioni di generi alimentari da parte di associazioni, aziende e privati cittadini, non tutta la somma è stata spesa. Come Associazione “Città Libera” chiediamo, visto il perdurante momento di difficoltà e l’approssimarsi delle festività natalizie, di utilizzare al più presto le restanti somme. Questa volta però chiediamo che la scelta dell’Amministrazione sia diversa e ricada sull’emissione di “buoni spesa” utilizzabili dalle famiglie per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali locali. Questa modalità risponde meglio alle istanze di celerità e flessibilità per l’utilizzo del contributo. Ogni famiglia ha il diritto di scegliere i prodotti e il cibo da comprare in base alle diverse esigenze, a volte anche di tipo medico. I soggetti beneficiari del contributo, voluto dal Governo Italiano, sono i cittadini, pertanto l’acquisto dei generi alimentari deve essere effettuato direttamente dal soggetto beneficiario e l’intervento del Comune va limitato alla regolazione finanziaria dell’operazione, attraverso il pagamento previa presentazione, da parte dell’esercente, dei buoni trattenuti dal beneficiario, accompagnati dalle copie degli scontrini giustificativi dell’operazione. Di conseguenza, in base a quanto esposto, rivolgiamo al Sindaco e all’Amministrazione Comunale ciò che dai singoli cittadini è stato chiesto a noi e ai patronati.
1) Si intende procedere con altri pacchi preconfezionati e magari corredati di letterina di auguri o si vuole ridare dignità alle persone in difficoltà scegliendo altri tipi di elargizione di queste somme?
2) Il Sindaco e l’Amministrazione tutta sono al corrente del fatto che, oltre a mangiare, ci sono bollette e tributi da pagare?
3) Oltre ai bisogni primari, ci sono altri bisogni a cui un “buon padre di famiglia”, quale dovrebbe essere il primo cittadino, ha il dovere di prestare attenzione, ovviamente nell’ambito di ciò che gli consente la legge.
4) Non sarebbe più giusto seguire gli esempi di altri comuni che per Natale danno dei buoni spesa una tantum di cui ogni singola famiglia può liberamente deciderne la destinazione?
Le risposte non devono essere date a noi ma ad ogni singolo cittadino in difficoltà.