Confesercenti: a Natale tra consumi ridotti e cash back prevalga buon senso

"Abbiamo tutti bisogno di un Natale Vero che porti in dono tanto buon senso ma anche proposte concrete e veloci per tutti i settori economici del turismo, del commercio e dei servizi"

Di Comunicato Stampa

Anche per il periodo Natalizio continua la fase di una mancata strategia nazionale per risollevarsi insieme dalle crisi sanitaria ed economica. La velocità di azione tra ristori spesso soltanto annunciati e gli effetti prodotti sull’economia reale per imprese e famiglie, restano ancora un miraggio e la sofferenza, anche psicologica, tende a manifestarsi specialmente in un drastico calo dei consumi. Emblematica la misura relativa al “cash back”, una misura creata per incentivate il commercio tradizionale, la cosiddetta spesa sotto casa, uno degli antidoti anticrisi, certamente utile ma non risolutiva per i tantissimi problemi degli esercenti del commercio, una misura che stimola l’uscita da casa e che fa i conti, spesso attraverso il giustizialismo social, con i nuovi assembramenti nelle vie dello shopping.

L’ufficio economico di Confesercenti attraverso il sondaggio condotto da SWG sulle intenzioni di acquisto dei consumatoti ha recentemente stimato, per i prossimi 10 giorni di shopping natalizio, notevoli cali di consumi dettati soprattutto dall’incertezza derivante dalla pandemia. Quasi due italiani su tre, progettano di spendere meno dello scorso anno per i regali e gli altri acquisti di Natale, dalla tavola alla casa, mentre solo il 3% prevede di aumentare il budget.

Tutte le voci di spesa vengono riviste al ribasso: la percentuale di italiani che comprerà per sé, per la propria famiglia o per fare un regalo prodotti enogastronomici passa dal 70 al 40%; in discesa anche gli italiani che faranno acquisti di abbigliamento dal 60 al 38% e di libri dal 54 al 35%, ma anche giocattoli dal 44 al 27%. Cedono terreno anche le intenzioni di acquisto di prodotti di tecnologia, che passano dal 33 al 23% delle indicazioni degli intervistati. La flessione generale segnalata induce a stimare una contrazione complessiva della spesa per il Natale in -4,7 miliardi di euro, un -20,6% sullo scorso anno, di cui – 1,3 miliardi per i regali con un -17,9% e -3,4 miliardi -21,8% per le altre spese. In aumento, invece, le risorse destinate dalle famiglie a saldare i conti in sospeso +2 miliardi, +18% e al risparmio +11,1%. Altro dato “positivo”, ma subito scoraggiato da possibili nuove restrizioni, di questi giorni è il “ritorno nei negozi” tradizionali.

La rete dei negozi fisici arriva all’appuntamento di Natale sperando di giocare una partita di ritorno di successo, dopo un’andata dominata dal web. Durante il periodo di restrizioni delle attività di vicinato, le piattaforme online si sono infatti aggiudicate una buona parte del Natale: il 46% di italiani che ha già iniziato a comprare i doni da mettere sotto l’albero, in sei casi su dieci quindi un 59%, (lo scorso anno era il 32%) lo ha fatto sul web. Con le recenti riaperture, i negozi puntano ad invertire la tendenza nonostante il contesto difficile, scommettendo sul servizio e sulla tradizione. E i consumatori sono intenzionati a dare fiducia al retail: il 29% di chi non ha ancora comprato segnala l’intenzione di acquistare i propri doni in un piccolo negozio fisico o presso un mercato.

“Ricordiamo a tutti – dichiara il presidente provinciale di Confesercenti Salerno Raffaele Esposito – che i nostri operatori economici, che si attendevano e si attendono ancora misure restrittive più soft in previsione del Natale, hanno adeguatamente rimodulato ai sensi delle normative anticovid le proprie attività, non ci risultano pubblici esercizi, gioiellerie, bar, ristoranti o i negozi del commercio tradizionale essere luoghi di contagio, lasciamo sopravvivere queste attività che hanno da affrontare enormi problemi economici e sono, come detto in premessa, in prima linea per arginare l’emergenza sanitaria, i dl ristori non potranno da soli salvare l’economia reale specie se a breve ripartiranno tasse e cartelle esattoriali, bisogna fare meglio e fare presto per tutte quelle attività economiche con redditi bassi, famiglie spesso monoreddito, lavoratori della propria azienda che, anche leggendo le recenti previsioni dell’ex presidente della BCE, Mario Draghi, riferendosi ad una situazione macroeconomica grave, potrebbero essere tra le prime ed inevitabili vittime di questa crisi economica internazionale”.

“Piuttosto aumentiamo, nel limite delle misure disponibili, i controlli invitando chi passeggia lungo le strade a non assembrarsi – prosegue Esposito – Abbiamo tutti bisogno di un Natale Vero che porti in dono tanto buon senso ma anche proposte concrete e veloci per tutti i settori economici del turismo, del commercio e dei servizi. È necessario salvare l’economia reale del nostro bel Paese, lavorare uniti ad una fiscalità zero nel 2021, riducendo drasticamente la pressione fiscale ad imprese famiglie e soprattutto favorire, attraverso il coinvolgimento della associazioni di categoria, un adeguato e consapevole utilizzo delle risorse europee, una grande opportunità specie per l’adeguamento strutturale del Sud Italia”.

“Gli esercenti, gli imprenditori, quelli che vogliono davvero ripartire sono stanchi – conclude il Presidente Esposito – delle inutili beghe politiche, della incessante burocrazia e di misure di sostegno e ristori che camuffano “male” una crisi senza precedenti e che a stento serviranno, almeno per le piccole attività, a pagare le prossime tasse, le utenze mensili ed i fitti. Qui c’è da “salvare” il sistema Italia”.

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