Tra le numerosissime problematiche sollevate e portate alla luce dall’emergenza Covid, vi è quella della mancanza di bombole d’ossigeno, strumenti salvavita per chi, colpito dal virus, è ricoverato in serie condizioni in terapia intensiva. Una situazione che ha spinto ospedali, farmacie e anche medici di base ha formulare vari appelli affinché gli utenti, dimenticando di averne qualcuna inutilizzata in casa, le consegnassero in un punto di raccolta. Alla luce di questa vera emergenza nell’emergenza, tre giovani studenti della facoltà di Ingegneria Informatica della Federico II di Napoli hanno deciso di fare qualcosa e mettere al servizio della comunità le proprie competenze.
La loro idea si è concretizzata con la nascita di un sito internet che si propone di raccogliere informazioni circa le bombole d’ossigeno non restituite. Tramite questi dati è possibile creare una mappatura precisa di quante bombole non utilizzate e non restituite siano situate sul suolo campano. Una volta raccolti, i dati vengono comunicati alle farmacie o ad altri organi competenti. Giovanissimi i tre studenti artefici del progetto divenuto in poco tempo realtà: Roberto Costa classe ’99 e Antonio Golia di un anno più giovane. Il terzo è Francesco Garzone, nato nel 2000, che vive ad Acerra ma che ha il Cilento nel sangue, essendo la nonna Giuseppina originaria del piccolo centro di Lustra.
«Volevamo renderci utili – dice il 20enne – perché stiamo vivendo un periodo difficile e unico nel suo genere. Vedere quei pazienti che soffrono in un letto di ospedale, sentire le storie raccontate da amici, aneddoti di persone a noi note che lottano con quell’infido virus, era straziante e dovevamo fare qualcosa. A far illuminare la lampadina – continua Francesco – è stata l’elevata richiesta di bombole d’ossigeno, strumenti salvavita che purtroppo scarseggiano ovunque. Coi miei due colleghi d’università – aggiunge – in poco tempo abbiamo allestito un sito web e lo abbiamo lanciato in rete».
Il portale è nato anche con la supervisione di Federfarma Campania grazie alla consulenza del dottor Nicola Stabile. L’idea dei tre giovani studenti di Ingegneria Informatica è realtà su tutto il territorio campano: «estendere il servizio alle altre province della Campania era doveroso – le parole di Garzone – e dunque siamo attivi anche a Salerno, Caserta, Avellino e Benevento. Qualsiasi cittadino campano sia in possesso di una bombola d’ossigeno ce lo può segnalare e verrà attivata una procedura di ritiro o di consegna presso il punto più vicino. Il nostro obiettivo – auspicano i tre informatici – è, oltre a rendere un pubblico servizio, quello di riuscire a raccogliere quante più strumentazioni possibili al fine di rendere meno complesse le operazioni mediche negli ospedali e nei ricoveri».
Il sito è raggiungibile all’indirizzo www.emergenzao2campania.it e navigando tra le pagine è possibile trovare un semplice questionario da compilare, parte del sito che ne costituisce il fulcro centrale. «Il sito è online da circa 48 ore – dicono ancora – e abbiamo ricevuto molte richieste d’aiuto ma la nostra speranza è che presto arrivino le bombole grazie anche alla divulgazione attraverso la carta s stampata». Infine, un pensiero dei tre studenti sulla situazione delle università: «Siamo soltanto al secondo e abbiamo vissuto poco la vita universitaria. Al momento studiamo e seguiamo le lezioni da casa, con la speranza – concludono – che tutto questo sia presto soltanto un ricordo».