Fogliame, sedie capovolte, luci spente e porte chiuse. E’ la descrizione di un agriturismo e di tante altre attività della ristorazione diventate bersaglio del silente ma terribile nemico, dall’antipatico nome più volte menzionato nel duemilaventi: covid-19.
“Surreale” è l’aggettivo utilizzato da Luigi Arnone, proprietario dell’Aia Antica a Padula, il quale con tristezza e un pizzico di amarezza, ha descritto il disagio che sta attraversando il settore terziario. Surreale perché è un vero e proprio “film horror”, come recitano alcuni murales a Bologna, in cui la seconda puntata sembra complicarsi più come la prima. Dunque, l’epilogo sarà davvero “è andata bene”?
Nell’intervista l’interessante testimonianza di un ristoratore campano.