MAGLIANO VETERE. Come preannunciato nei giorni scorsi Le telecamere di “Freedom – Oltre il confine” sono arrivate nel Cilento. La fortunata trasmissione in onda su Rete4 e condotta da Roberto Giacobbo, ha effettuato delle riprese a Magliano Vetere e in particolare nel museo paleontologico un raro scrigno di reperti ritrovati nel comprensorio del Parco e risalenti alla preistoria. La troupe è arrivata nel comune cilentano la scorsa settimana. La puntata andrà in onda nelle prossime settimane.
Cosa è esposto
Al museo paleontologico di Magliano Vetere sono in mostra testimonianze fossili di piante, crostacei, pesci e tetrapodi ritrovati in giacimenti individuati nel territorio del Cilento e Vallo di Diano nell’ambito di un’intensa attività di ricerca che va avanti da circa un trentennio. Fondamentale l’attività dei professori Sergio Bravi e Antonello Bartiromo che hanno scoperto, in un’attività di studio che va avanti da tempo, tre giacimenti tra il Cilento, il Vallo di Diano e i monti Alburni. Due di questi, a Petina e Magliano Vetere, risalgono all’età cretacea (un periodo compreso tra 90 e 100 milioni di anni fa), il terzo, quello di Ottati, all’eocenica (50 milioni di anni fa).
L’importanza scientifica e non dei ritrovamenti
L’attività di ricerca avvenuta nel Cilento ha fornito importanti informazioni alla comunità scientifica internazionale permettendo di riportare alla luce specie uniche. Tra queste la «Sagaria Cilentana» la pianta da fiore più antica al mondo e risalente al cretaceo inferiore (oltre cento milioni di anni fa) o l’«Alburnia Petinensi», una specie di crostaceo. Molti di questi reperti permettono di rivoluzionare anche le teorie scientifiche su alcune epoche storiche. Dei vegetali come il Phalaenopsis (periodo cretaceo, ad esempio, hanno permesso di affermare che in questo periodo, da sempre ritenuto umido, sono invece esistite fasi di siccità. Altri fossili riportati alla luce, invece, hanno consentito di ricostruire la conformazione del territorio nella preistoria. Una pista di testuggine marina ritrovata a Magliano Vetere su un substrato fangoso e risalente a circa 90 milioni di anni fa, solo per citare un caso, ha permesso di dedurre che la zona fosse caratterizzata da un ambiente di palude algale.