Cilento

Operazione antidroga in Sicilia, nei guai anche un capaccese

Misura cautelare per un 50enne originario di Niscemi

Comunicato Stampa

5 Novembre 2020

Dalle prime ore di questa mattina militari del Comando Provinciale di Ragusa hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Ragusa su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di 5 soggetti, tutti cittadini italiani, ritenuti responsabili di aver gestito una rete di spaccio nell’area del vittoriese, anche grazie a contatti con organizzazioni campane.

Si tratta di:

  • G.G.(classe1978)diVittoria(RG)–custodia cautelare in carcere;
  • V.M. (classe 1957) di Qualiano (NA) – custodia cautelare in carcere;
  • G.C. (classe 1970) originario di Niscemi (CL) ma residente a Capaccio (SA) – custodia cautelare agli arresti domiciliari;
  • S.A. (classe 1989) di Vittoria (RG) – obbligo di dimora nel comune di residenza;
  • G.C. (classe 1973) di Vittoria (RG) – obbligo di dimora nel comune di residenza.

Contestualmente sono state eseguite 12 perquisizioni domiciliari in varie località delle Provincie di Ragusa (Vittoria, Comiso e Scicli), Napoli (Qualiano) e Salerno (Capaccio), nei confronti delle sopra indicate persone nonché di ulteriori soggetti indagati a piede libero e di alcuni acquirenti abituali. Nel corso delle indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Ragusa, durate circa 8 mesi, sono stati posti sotto sequestro, in diversi interventi, oltre 105 kg di marijuana e 15 kg di hashish. In totale sono state denunciate alla competente Autorità Giudiziaria 18 persone ritenute a vario titolo coinvolte nell’attività di spaccio, di cui 3 già arrestate, in flagranza di reato.

Nel dettaglio, l’attività in rassegna trae origine dagli sviluppi di due episodi di minuto spaccio individuati da personale impiegato nei servizi di controllo sul territorio, che specie nell’area vittoriese sono particolarmente incisivi. La disamina dei tabulati telefonici delle utenze intestate ai due cittadini extracomunitari identificati nella circostanza consentivano l’individuazione di una utenza riconducibile ad una donna di Comiso precedentemente arrestata in provincia di Cosenza dall’Arma dei Carabinieri in perché trovata in possesso di circa 5 kg di marijuana destinata al mercato clandestino vittoriese.

Gli accertamenti avviati permettevano di riscostruire i contatti della donna, che risultava essersi volontariamente addossata la responsabilità del trasporto dello stupefacente per conto del sopra citato G.G.. Le indagini avviate sul conto di quest’ultimo portavano rapidamente a far emergere l’esistenza di una rete di spaccio a lui riferibile che si alimentava grazie alla facilità con la quale l’indagato riusciva a procurarsi la sostanza stupefacente anche sui mercati clandestini di fuori Regione.

Infatti, tra gli episodi oggetto di investigazione si accertava un tentativo di rifornimento della sostanza stupefacente grazie a collegamenti con organizzazioni campane vicine ad ambienti della camorra organizzata. La ricostruzione dell’illecita filiera permetteva di individuare quale fornitore principale V.M., un noto pregiudicato originario di Giugliano in Campania e vicino a clan camorristici della zona. La sostanza stupefacente destinata a Vittoria – 15 Kg. di hashish – veniva ritirata presso il mercato Ortofrutticolo di Pagani (SA), grazie anche alla intermediazione di G.C. (del ’70), soggetto stabilmente operante nella zona, adoperatosi in prima persona sia per la consegna che per la riscossione delle somme dovute. In questa fase un importante ruolo di “agevolatore” è stato rivestito anche da G.C. (del ’73), referente di un’azienda agro-alimentare di Vittoria.

L’illecito traffico veniva interrotto nella notte tra il 28 ed il 29 marzo 2019 con l’individuazione del mezzo utilizzato, un autoarticolato con carico di copertura costituito da frutta, bloccato all’atto dello sbarco al Porto di Messina con il sequestro del carico illecito e l’arresto del conducente. La perdita dello stupefacente e la necessità di garantire comunque il pagamento ai fornitori campani costringeva G.G. a trovare nuove fonti di approvvigionamento. In questo quadro, nel maggio del 2019 veniva individuato un casolare ubicato al confine tra i comuni di Vittoria e Acate utilizzato come deposito di sostanza stupefacente, probabilmente accantonata per il successivo smercio sul territorio.

Nei pressi dell’immobile veniva accertata la cessione tra due soggetti vittoriesi di un quantitativo di circa 1,1 Kg. di marijuana. La conseguente perquisizione del casolare portava alla scoperta di complessivi kg. 96,300 di analoga sostanza, oltre a materiale vario utilizzato per il confezionamento dello stupefacente. In sintesi, le indagini condotte hanno consentito di rilevare, oltre che una spiccata pericolosità sociale manifestata dai soggetti colpiti da misura – alcuni dei quali caratterizzati da recidiva reiterata -, una peculiare capacità di “mimetizzazione” e facilità di movimento sul territorio, uniti all’utilizzo di linguaggi criptici ed un largo impiego di utenze telefoniche “usa e getta” intestate a soggetti extra-comunitari; tutte circostanze che hanno reso estremamente difficile le investigazioni e le operazioni di riscontro.

L’elevata “professionalità a delinquere” del principale indagato – G.G. – veniva testimoniata dal fatto che, nelle more della conclusione delle indagini, quest’ultimo veniva tratto in arresto, in provincia di Bologna da militari dell’Arma, per una tentata rapina ad una sala giochi, unitamente ad altri pregiudicati con i quali stava organizzando il colpo. D’altro canto anche l’ingente quantitativo di stupefacente sequestrato, con ogni probabilità tutto destinato alla piazza di spaccio vittoriese, dimostra le potenzialità del sodalizio indagato. Infatti, la droga rinvenuta, qualora immessa in commercio avrebbe consentito il confezionamento di oltre 430 mila dosi con un illecito guadagno di almeno 1 milione di euro.

Ai soggetti sottoposti alle misure oggi eseguite l’Autorità Giudiziaria contesta i reati di cui agli articoli 110 c.p. (concorso nel reato), 73 D.P.R. 309/90 (traffico e spaccio di sostanze stupefacenti) e 80 co. 2 (aggravante specifica per la quantità ingente).

L’attività in esame costituisce un esempio dell’impegno che la guardia di finanza sviluppa quotidianamente per contrastare i traffici illeciti sul territorio. Il controllo del mercato clandestino delle sostanze stupefacenti rappresenta tuttora una delle principali forme di arricchimento delle organizzazioni criminali, che cercano di attrarre nuovi acquirenti, specie tra i più giovani, offrendo droghe a prezzi sempre più bassi, anche nell’attualeperiodo di crisi legato all’epidemia COVID.

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