Aiutiamo i dilettanti: la proposta di Daniele Adani

La proposta del commentatore Daniele Adani, che indica una linea guida interessante utile per una possibile riforma dei dilettanti

Di Christian Vitale

Come sempre interessante nei suoi commenti Daniele Adani, ex calciatore ed oggi opinionista in televisione. Il commentatore, infatti, ha parlato di una possibilità di riforma dei campionati dei dilettanti che parte direttamente dalla massima serie. Queste le parole rilasciate dall’ex difensore in una diretta social con Christian Vieri.

Riforma dei dilettanti: le parole di Daniele Adani

Noi dobbiamo in questo momento difficile rispettare e dare un abbraccio a tutti i tesserati del calcio dilettantistico. Perché l’anno scorso i nostri colleghì perché tutti abbiamo iniziato da lì, erano 365.034 nelle varie categorie dilettantistiche. Mentre 680.531 erano i giovani delle scuole calcio o settori giovanili dilettantistici. Quindi, per la stagione 2019/2020 il totale di iscritti è stato di 1.045.565. Oltre un milione di persone che fa parte di questo grande ed importante mondo. A mio avviso l’unico modo per tenere in vita quel calcio, costretto altrimenti a chiudere, è tassare lo stipendio dei calciatori di Serie A del 5%. I calciatori della massima serie lo devono fare con il sorriso, perchè facendo questo gesto i calciatori salvano loro stessi, visto che tutti sono partiti da lì. Tanti di loro torneranno lì, perché i calciatori, quando finiscono la carriera ,non tutti vanno a fare i dirigenti, gli allenatori o i procuratori. Molti tornano nel paese che li ha cullati e li ha fatti diventare uomini, andando a creare scuole calcio, accademie”.

Se non si sostiene il calcio di territorio non si tiene in piedi. “Bisogna essere felici di tassarsi del 5%. Sennò è una guerra tra federazioni e i bambini dei paesi non faranno più calcio. Ci vuole un gesto forte, ma dev’essere fatto con gioia, e dovrà essere presente nei contratti dei prossimi anni, è l’unico modo per tenerlo in vita. Non ce la fanno perché le fabbriche chiudono, come fanno a sponsorizzare e i nostri figli come potranno seguire i loro sogni senza dilettanti. Siamo nati e cresciuti lì. Difendendo i dilettanti difendiamo noi stessi. A certi livelli non è un 5% che fa la differenza, però per il calcio dilettantistico un 5% è tanto La Serie A non muore mai perché produce, è la quarta industria più prolifica del Paese, ma i dilettanti senza aiuti chiudono.”

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