Capaccio Paestum, dischetti dispersi in mare: 8 rischiano il processo

Si calcola che oltre 250mila dischetti del depuratore di Capaccio Paestum finirono in mare. Formia chiede costituzione di parte civile

Di Redazione Infocilento

CAPACCIO PAESTUM. La Procura della Repubblica di Salerno è pronta a chiedere al Gip di rinviare a giudizio otto persone per i fatti risalenti al 2018 quando una quantità enorme di dischetti provenienti dal depuratore di Capaccio Paestum si riversò nel fiume Sele e da qui in mare. Le accuse sono di inquinamento ambientale. Stando alle ricostruzioni oltre 250mila dischetti finirono in acqua disperdendosi nel Mediterraneo. Alcuni furono ritrovati anche sulle spiagge del Nord Italia.

Secondo le associazioni ambientaliste questi elementi hanno compromesso l’habitat e l’ambiente di vari animali marini, come le tartarughe. Tra le tante località dove vennero ritrovati i dischetti c’è anche Formia. ecco perché ora il sindaco della cittadina laziale, Paola Villa, ha proposto la costituzione di parte civile nel procedimento penale.

“Ho inoltrato formale richiesta all’ufficio di Presidenza dell’ATO, ritenendo necessario ed indispensabile essere al fianco di associazioni e cittadini che con i loro esposti hanno avviato il procedimento penale, costituendoci parte civile nel procedimento penale e rappresentando i territori”, ha annunciato il primo cittadino.

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