Sindaci cilentani contro lockdown generalizzato

"Andrebbero delegati i sindaci per l'elaborazione di uno specifico piano comunale"

Di Ernesto Rocco

Condanna per la violenza di Napoli, ma al contempo “no” ad un lockdow generalizzato. È quanto sostengono diversi sindaci cilentani che hanno voluto esprimere il loro dissenso a questa ipotesi.  “Sarebbe sbagliatissimo equiparare il nostro territorio, la densità abitativa dei nostri piccoli paesi,quelli dell’intero Parco del Cilento,Vallo di Diano e Alburni, alle aree fortementeantropizzate delle città o dei grossi centri che gravitano intorno.Un paese di 2000 abitanti equivale a 10 palazzi di una città , per giunta sparsisu una superficie maggiore – dice il primo cittadino di Caselle in Pittari Giampiero Nuzzo – Sono assolutamente persuaso che ci sia la necessità dirinunciare a tante cose , quelle superflue, ma non possiamo rinunciare a tutto.La scuola , in primis, laddove , almeno per le elementari e le medie, si possono svolgere,nei nostri piccoli Comuni , lezioni in presenza in assoluta sicurezza; ma anche tante attività commerciali, sempre nel rispetto dei massimi protocolli di sicurezza, on devono essere chiuse, così com’è stato a giugno e luglio , prima del grande afflusso dei vacanzieri. Quelli che vanno perseguiti e sanzionati sono i comportamenti irresponsabili e sconsiderati di tanti cittadini irresponsabili”.

E aggiunge: “Tra le tante conseguenze di un nuovo lockdown totale, non trascuriamo quelle psicologiche, soprattutto per i soggetti più fragili, come i bambini, gli anziani e per i tanti che perderanno il lavoroperché costretti a chiudere le proprie attività commerciali”.  Di qui la proposta: “Bisogna ragionare, secondo me, per aree diversificate.Il Cilento e il Vallo di Diano, non possono e non devono essere equiparate alle grosse aree urbane.

Anche il sindaco di Alfano, Elena Anna Gerardo, si mostra contraria ad un lockdown: “Da marzo ad oggi sono trascorsi 7 mesi in cui la Regione avrebbe dovuto organizzarsi e potenziare la sanità. Cosa è stato fatto di tutto questo? Mi viene da dire poco o niente!
Intanto oggi ci ritroviamo con una seconda ondata di virus che in modo subdolo si sta inserendo anche nelle piccole comunità.
Solo ad agosto il virus sembrava sparito: potere della campagna elettorale!”.

“Una nuova chiusura in realtà così povere come le nostre è intollerabile – osserva – sarebbe stato più facile potenziare i controlli e sanzionare penalmente gli incivili che non rispettano le regole. Non si può chiedere ai cittadini di scegliere se morire di virus o morire di fame”.

Infine il sindaco di Cicerale, Gerardo Antelmo, lancia una proposta: “andrebbero delegati i sindaci per l’elaborazione di uno specifico piano comunale. In quel piano inserirei l’apertura delle scuole. De Luca può dire quello che vuole ma c’è una montagna di pubblicazioni scientifiche ad alto impact factor che dimostra come chiudere la scuola è inutile ai fini del contenimento del covid”. E prosegue: “La classe dirigente italiana ha fallito gli interventi. Anche i sindaci nel complesso: forse avrebbero potuto far sentire più forte una voce giustificatamente dissenziente rivelatasi però querula”.

“A noi non deve mancare il buon senso di tutelare anziani e fasce a rischio, attraverso i comportamenti responsabili ben noti a tutti”, conclude Antelmo.

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