De Luca chiede medici e infermieri. Speranza per l’ospedale di Agropoli?

Il reparto covid dell'ospedale di Agropoli è stato completato da mesi ma non può aprire per l'assenza di personale

Di Gennaro Maiorano

AGROPOLI. Non solo battute su Halloween. Nell’intervista di ieri sera a “Che tempo che fa”, con Fabio Fazio, il Governatore Vincenzo De Luca ha anche affrontato temi seri relativi all’emergenza covid, ribadendo per l’ennesima volta che la Campania, per tasso demografico, è tra le aree più a rischio d’Italia. Nonostante in questa seconda fase il virus sembra meno aggressivo, con gran parte dei contagiati che risultano asintomatici, non mancano problemi nelle strutture sanitari dove si è vicini “all’overbooking” dei posti letto per i pazienti positivi. Quelli di terapia intensiva sono 113 di cui 78 risultano occupati, mentre rimangono appena una cinquantina di posti per saturare il tetto dei 904 di degenza ordinaria.

Ieri, su Rai3, il presidente De Luca ha ricordato come le strutture sanitarie campane abbiano necessità di personale e la mancata apertura di alcuni reparti è proprio dovuta alla mancanza di medici e infermieri. A tal proposito la Regione ha chiesto alla Protezione civile l’assunzione 600 medici e 800 infermieri, per far fronte all’epidemia.

Si spera che già in settimana l’appello possa essere rispettato con l’arrivo delle prime unità di rinforzo. Se ciò dovesse avvenire c’è speranza anche per l’ospedale di Agropoli. Qui c’è la necessità di attivare il reparto covid, completato e oggetto alcuni giorni fa di un sopralluogo dei tecnici dell’Asl Salerno. Questi ultimi hanno evidenziato come il presidio con le terapie intensive, subintensive e le sale degenza, sia di fatto pronto, ma se non ci sarà un investimento sul personale non è ipotizzabile l’attivazione.

Se arrivassero nuovi medici ci sarebbe una speranza, sempre che la Regione scelga di investire su Agropoli piuttosto che su altri presidi pure fermi al palo. Più remota, invece, la possibilità di avere presso il nosocomio cilentano una struttura per le donne incinte positive al covid vista l’assenza del reparto di ostetricia e ginecologia.

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