E’ di Agropoli il più giovane avvocato cassazionista d’Italia. Si tratta di Carmine Pepe, 33 anni, nato e cresciuto nel Cilento. All’età di 18 anni la scelta di trasferirsi a Roma per gli studi. Qui ha raggiunto il traguardo della laurea in giurisprudenza che gli ha permesso di intraprendere la professione di avvocato. Carmine Pepe è oggi associato ad uno dei principali studi legali della Capitale e nel luglio scorso ha superato l’esame per l’abilitazione come avvocato patrocinante in Cassazione e presso le Corti Superiori.
Il titolo di avvocato cassazionista
Il titolo di avvocato cassazionista fino al 2012 si otteneva per anzianità: poi una riforma di legge ha introdotto l’abilitazione attraverso un corso – concorso al quale si può accedere dopo otto anni di iscrizione all’albo; un’ulteriore modalità prevede un concorso pubblico riservato agli avvocati iscritti all’albo da almeno 5 anni. Solo in pochi giuristi si cimentano in questa prova essendo tra le più difficili per l’accesso all’ultimo gradino della carriera forense e ancor meno sono i giuristi che riescono a superarla.
Il concorso, infatti, indetto annualmente con decreto del Ministero della Giustizia prevede tre prove scritte nelle tre principali branche del diritto (diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo) nel corso delle quali i candidati sono chiamati a redigere un ricorso per cassazione mentre, per il diritto amministrativo, è prevista la redazione di un appello al Consiglio di Stato o alla Corte dei Conti in sede giurisdizionale.
Una volta superate le prove scritte, che si svolgono nel corso di una settimana a Roma, nel corso delle quali bisogna ottenere un voto di almeno di 6 (su 10) in ciascuna delle tre prove e almeno una media di almeno 7 su 10, l’ultimo ostacolo è una prova orale: una sorta di “processo simulato” in cui i candidati sono chiamati a discutere l’impugnazione di una sentenza – estratta a sorte il giorno precedente – innanzi alla commissione di concorso, costituita da professori universitari e magistrati in servizio presso la Corte di Cassazione.
Ed è proprio questo l’iter che Carmine Pepe ha seguito riuscendo a raggiungere nel luglio scorso l’agognato titolo.
Il “primato” di Carmine Pepe
“Quando ho ricevuto la comunicazione dei risultati, nello scorrere l’elenco dei 12 soggetti diventati idonei (dei circa 200 che erano stati ammessi alle prove scritte) oltre alla grande soddisfazione ho notato con sorpresa che ero l’unico classe ’87, risultando quindi effettivamente il più giovane tra i neo-abilitati”. In seguito ad una verifica l’agropolese è risultato essere il più giovane cassazionista d’Italia.
Il curriculum dell’avvocato agropolese
Dopo la laurea Carmine Pepe nel 2013 ha conseguito “al primo colpo” l’abilitazione come avvocato presso la Corte d’Appello di Salerno e – dopo i primi passi nella professione presso lo studio dell’Avv. Giancarlo Giannella di Agropoli – ha proseguito la carriera dapprima presso una nota società di consulenza (KPMG) e, quindi, presso lo studio Gianni, Origoni, Grippo Cappelli & Partners dove si occupa principalmente di diritto amministrativo sia in fase di contenzioso innanzi al TAR e al Consiglio di Stato, sia in via di consulenza stragiudiziale.
Lo studio è uno dei principali in Italia ed ha assisto grandi aziende nazionali ed estere in alcune delle vicende giuridiche più complesse degli ultimi anni (v. ad esempio, Caso Ilva).
Il legale agropolese ha anche curato diverse pubblicazioni su riviste giuridiche specializzate in diritto pubblico, prevalentemente in materia di appalti pubblici, società società a partecipazione mista pubblico privata e collaborato alla stesura di alcuni capitoli del Trattato sui Contratti Pubblici, edito da Giuffrè, a cura della prof.ssa Alessandra Sandulli, e del Cons. Rosanna de Nictolis.
Il legame con Agropoli
Una carriera che seppur ancora breve è fatta già di importanti traguardi raggiunti e sempre con il Cilento nel cuore. “Da Agropoli, da quando mi sono spostato a Roma per studiare legge nel 2005, sono arrivato a questo risultato sempre con tanto impegno e studio, ed a volte con la malinconia di stare lontano dagli affetti familiari dalla mia città di origine che porto sempre nel cuore ed alla quale dedico questo che per me rappresenta un piccolo primato – spiega Carmine Pepe – Nonostante gli ormai molti anni a Roma è proprio nel nostro cilento e nel Sud che sento di avere – orgogliosamente – le mie radici ed al quale, costantemente volgo lo sguardo”.
“Chissà che i grossi cambiamenti di questo 2020, lo smartworking, la telematizzazione dei processi non permetta a tanti che come me hanno lasciato il Meridione di rientrare o, almeno, di tornare più spesso e più a lungo nei propri luoghi d’origine”, conclude l’avvocato agropolese