CAPACCIO PAESTUM. “La Procura presso il Tribunale di Salerno chiederà al giudice delle indagini preliminari di processare otto persone con l’accusa è di inquinamento ambientale per lo sversamento di milioni di dischetti in mare”. Lo rendono noto da Clean Sea Life, la campagna di sensibilizzazione per la riduzione dei rifiuti marini.
I dischetti, partiti dal depuratore di Capaccio Paestum, trascinati dalle correnti e spiaggiati dalle onde, hanno investito le coste italiane, francesi, spagnole, tunisine e maltesi, in zone di elevato valore per la biodiversità, aree protette, parchi nazionali e santuari internazionali, e finendo nello stomaco di specie protette come le tartarughe marine.
Circa 250.000 i dischetti che solo i volontari di Clean Sea Life hanno raccolto e continuano a raccogliere. Essi hanno dato un contributo determinante alle indagini e aiutato gli inquirenti a identificare il luogo, l’entità e l’impatto dello sversamento.
Oggi davanti al giudice delle indagini preliminari andranno in otto, fra funzionari comunali e dirigenti della società che gestiva l’impianto: “per loro, la richiesta di rinvio a giudizio per inquinamento ambientale“, ricordano da Clean Sea Life.
I fatti risalgono a due anni fa. Grazie al lavoro della Capitaneria di porto fu possibile accertare nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri.
Dalle ulteriori verifiche sul depuratore sospetto, il personale della Guardia Costiera ha potuto accertare la fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno.