Dall’inizio di quest’anno al 31 agosto il numero delle vittime sul lavoro nel salernitano è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2019. E’ quanto rivelano i dati dell’ultimo report dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering di Mestre raccontano un’Italia che rimane ancora intrappolata nella piaga delle morti bianche. Ma non solo: ci sono anche i dati sul covid a influenzare le classifiche delle morti o degli infortuni sul lavoro. Un dato su tutti: i lavoratori del settore sanitario e sociosanitario rappresentano la fetta maggiore di coloro i quali, nel salernitano, hanno contratto il Covid-19 e hanno denunciato il contagio all’Inail come infortunio sul lavoro.
Tra gennaio e il 31 agosto, i casi censiti dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro nella provincia di Salerno sono 58. Tra questi, uno ha avuto esito mortale. A livello nazionale, i contagi sul lavoro da coronavirus denunciati sono 52mila 209, di cui 303 casi mortali; in Campania 844, di cui 23 mortali. Tra Salerno e provincia, i 58 casi (36 uomini e 22 donne) denunciati all’Inail rappresentano il 6,9% del totale campano. Il Covid-19 sui lavoratori salernitani si concentra, in particolar modo, nella fascia d’età che va dai 50 ai 64 anni (31 casi). A seguire, dai 35 ai 49 anni (22 casi); dai 18 ai 34 anni (3 casi); oltre i 64 anni (2 casi).
Quanto alle professioni, su scala regionale, tra i tecnici della salute, il 93,4% sono infermieri; tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali sono tutti operatori sociosanitari; tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, l’82,8% sono ausiliari ospedalieri; tra le professioni qualificate nei servizi di sicurezza, vigilanza e custodia, il 95,2% sono vigili urbani. Le professionalità più colpite sono infermieri, operatori sociosanitari, medici e ausiliari ospedalieri.