La Corte di Cassazione nei giorni scorsi ha definitivamente chiuso il caso relativo alla morte di Massimo Casalnuovo, il giovane di Buonabitacolo deceduto dopo essere caduto da un motorino nei pressi di un posto di blocco (leggi qui). La vicenda giudiziaria ha visto l’assoluzione del maresciallo Cunsolo che, secondo le accuse, avrebbe invece provocato la morte del ragazzo sferrando un calcio che lo avrebbe fatto cadere dallo scooter. Ipotesi smentita dalla giustizia. Non tutti, però, mostrano soddisfazione per la vicenda.
“Assolto il maresciallo imputato per la morte di Massimo che in quel maledetto 20 agosto 2011 lo condusse alla morte. Dopo dopo 9 anni di battaglie giudiziarie, denunce e intimidazioni, dopo un’incessante lotta dei familiari e solidali, dopo le tracce di vernice del motorino di Massimo ritrovate sotto la scarpa del maresciallo dalla scientifica di Roma, é emersa la verità, la stessa che era apparsa chiara a molti subito dopo il fatto: Massimo Casalnuovo in quel posto di blocco fu ammazzato da un calcio sferrato dal maresciallo che lo ha fatto impattare con l’asfalto con il suo motorino”. E’ questo il commento che arriva dall’ ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa – Onlus.
“Così Massimo è Stato ucciso, e lo sarebbe stato una volta di più se l’indifferenza e l’omertà delle istituzioni tutte avessero avuto la meglio sulla tenacia di familiari e amici – proseguono dall’associazione – Ma per la giustizia italiana tutto questo non conta. Ancora una volta muore la giustizia”.
“Abbracciamo i familiari in questo ennesimo dolore ed esprimiamo sconforto e sdegno per questa vergognosa sentenza a garanzia dell’impunità per le divise”, concludono dall’ACAD.