AGROPOLI. L’ospedale di Agropoli è pronto ad ospitare un covid hospital ma manca il personale. Questo in sintesi quanto emerso a margine del sopralluogo effettuato questa mattina da una delegazione dell’Asl Salerno. L’azienda sanitaria ha avviato un’attività di controllo e applicazione di misure per il contenimento del coronavirus. Oggi tappa presso gli ospedali di Agropoli e Vallo della Lucania che compongono insieme un unico Dea di I livello.
Per quanto riguarda il “San Luca” è stata accertata la presenza di un percorso di prevenzione già attivo e di procedure sicure per l’accesso al pronto soccorso. L’ospedale, inoltre, dispone di tre stanze per l’isolamento dei pazienti sospetti e protocolli per la gestione delle urgenze. Il presidio, comunque, non fungerà da covid hospital vero e proprio, funzione che dovrebbe invece avere quello di Agropoli, dove nel marzo scorso furono avviati importanti lavori per la creazione di un reparto interamente dedicato al trattamento dei pazienti affetti da coronavirus, con posti letto di terapia intensiva, subintensiva e degenza.
Pronto per l’utilizzo già dalla scorsa estate, il covid hospital però non è mai entrato in funzione, ufficialmente per l’assenza di pazienti. Ora che l’altro covid hospital della Provincia di Salerno, quello di Scafati, è saturo, Agropoli insieme al Da Procida di Salerno, può essere un valido sostegno per garantire l’assistenza dei pazienti infetti. Ma c’è comunque un ostacolo: manca il personale. Non ci sono medici e infermieri per attivare il presidio ospedaliero agropolese. Regione Campania ed Asl Salerno dovrebbero procedere a nuove assunzioni e solo dopo si potrebbe immaginare la sua attivazione. Dal punto di vista strutturale, invece, nessun nuovo impegno: i percorsi per aprire il covid center, come emerso nel sopralluogo di questa mattina, ci sono, ma tutto dipenderà dalla volontà che avrà la Regione di investire.
Per l’ospedale di Agropoli la scorsa primavera sono stati spesi circa 1,5 milioni di euro. Attivato un pronto soccorso, attivo h24 con radiologia e laboratorio di analisi, rianimatori e assistenza cardiologica (lo stesso però resta fuori dalla rete dell’emergenza).
Presenti anche due sale operatorie per piccoli interventi chirurgici con altrettante sale risveglio, ad oggi inattive. Queste sono collegate ad un reparto week surgery con 12 posti letto per garantire la degenza temporanea. Per il reparto covid erano stati previsti 29 posti letto divisi tra terapia intensiva, subintensiva e degenza.
Presso il presidio è già funzionante una struttura per pazienti in stato vegetativo o di minima coscienza (SUAP) e venti posti letto di medicina generale.