Fusione di comuni: lettera al premier Conte. Sindaco di Riscogno tra i firmatari

"Negli ultimi anni si sono realizzate quasi 150 fusioni che hanno portato alla soppressione di circa 400 comuni e le percentuali di gradimento è decisamente alta"

Di Sergio Pinto

C’è anche il sindaco del Comune di Roscigno tra quelli che hanno deciso di sottoscrivere una missiva indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per sollecitare le fusioni tra comuni. La lettera è firmata da diversi rappresentanti di enti aderenti al Coordinamento Nazionale Fusione Comuni. Il sindaco di Roscigno Pino Palmieri da tempo sta promuovendo iniziative in tal senso nel comprensorio alburnino, fin ora non trovando grossa disponibilità tra gli amministratori del comprensorio.

Ecco perchè ora, insieme ad altri sindaci, tra cui quelli di Firenze, Parma e Pescara, ha deciso di rivolgersi direttamente al capo del Governo.

Secondo i firmatari la “semplificazione” che da Roma stanno cercando da attuare, snellendo la burocrazia, non può non passare anche attraverso la fusione dei piccoli centri.

“Il nostro territorio è frammentato in quasi 8.000 Comuni di diversissime dimensioni – si legge nella lettera – sovente piccole o piccolissime: circa il 70% conta meno di 5.000 abitanti, un quarto ne conta meno di 1.000 e quello che si può chiedere a Comuni di diverse decine, centinaia di migliaia di abitanti non si può chiedere a Comuni di poche centinaia, carenti di strutture e risorse”. Inoltre si evidenzia come “Negli ultimi anni, nel nostro Paese, si sono realizzate quasi 150 fusioni che hanno portato alla soppressione di circa 400 comuni e le percentuali di gradimento che abbiamo registrato nelle popolazioni interessate sono decisamente alte”.

Di qui le proposte per favorire la fusione degli enti locali: cancellare o aumentare il tetto di due milioni di euro per ogni fusione;aumentare i contributi a sostegno della fusione; introdurre premialità, prevedere un anticipo di una parte di risorse.

Secondo il Coordinamento Nazionale Fusione Comuni, le proposte determinerebbero “vantaggi significativi, risparmi gestionali ed efficienza dei servizi, attrattività per gli investimenti sul territorio, progettualità ed iniziative di sviluppo, disponibilità adeguata di risorse e competenze”.

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