Covid: aumentano casi in Campania. “Va riaperto l’ospedale di Agropoli”

Regione pronta ad individuare anche strutture sanitarie a bassa intensità per ospitare i soggetti asintomatici o poco sintomatici

Di Luisa Monaco

Aumentano i contagi in Campania. La Regione è la prima per numero di nuovi positivi sul territorio nazionale. Ieri erano 295 i nuovi casi covid. Sono 50 più del giorno prima a fronte di un numero di tamponi più basso (5.592, appena 53 test in più) dato che consolida l’alta percentuale di positivi rispetto ai tamponi eseguiti (52,8 ogni mille). Si registra un decesso (a Napoli) e 144 guariti e nessun nuovo ingresso in terapia intensiva (dove il totale dei malati resta a quota 30, uno in meno dei 31 della Lombardia che guida la classifica delle regioni) mentre sono 12 i nuovi ricoveri di cui otto a Napoli per un totale di 412 in Campania.
Mai così tanti dal’11 maggio.

Tutte condizioni che spingono l’Unità di crisi della Campania a tenere bene accesi i riflettori con monitoraggi continui a cui corrispondono una serie di misure (obbligo delle mascherine all’aperto, stretta sui rientri dai viaggi all’estero, restrizioni alla movida) per correggere al ribasso l’attuale trend. Il punto è stato tracciato in un webinar a cui hanno partecipato i direttori generali di Asl e ospedali e i dirigenti dell’assessorato con il coordinamento di Enrico Coscioni, consigliere per la Sanità del governatore De Luca.

Fari accesi soprattutto sul versante ospedaliero per rendere chiari e omogenei i percorsi e i controlli di accesso in ospedale dei pazienti non Covid o con sintomatologia sospetta. L’obiettivo è evitare di ingolfare i pronto soccorso.

Una delle esigenze, emerse nel corso del confronto, è individuare strutture sanitarie a bassa intensità di cura gestite da infermieri e operatori sociosanitari sotto la regia di un medico in cui garantire da un lato la quarantena a soggetti asintomatici o poco sintomatici che non abbiano condizioni abitative idonee alla quarantena e a rischio di diffusione intrafamiliare del contagio (che oggi prevale) e dall’altro consentire le dimissioni protette di pazienti guariti clinicamente ma non ancora negativizzati al Coronavirus che occupano attualmente impropriamente decine di posti in ospedale. Alcune Asl hanno già allestito a questo scopo ospedali dismessi o declassati (l’ospedale di Teano a Caserta con 21 posti letto attivato tre giorni fa ad esempio). In altre Asl sguarnite si pensa invece di riattivare i protocolli di collaborazione con la ospedalità accreditata dotata di personale e posti letto già allestiti in primavera.

Ma c’è chi chiede con forza l’apertura di nuove strutture. L’ospedale di Scafati, in Provincia di Salerno, è saturo di qui l’appello a riaprire Agropoli. Più che di ri-apertura si tratterebbe di apertura considerato che benché completato il reparto non è mai entrato in funzione. “Sarà inevitabile riattivare i reparti dell’ospedalo di Agropoli e Da Procida”, dice il direttore sanitario del Dea Nocera-Pagani-Scafati, Maurizio Maria D’Ambrosio.

Il nosocomio salernitano riaprirà i battenti dall’1 ottobre con 18 posti di pneumologia e 6 di terapia intensiva.

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