Legambiente su Maltempo: “Basta con la Campania della paura”

"Siamo davanti ad Emergenza climatica con numeri inquietanti: 57 eventi estremi dal 2010 a oggi, tra cui 22 danni da trombe d’aria”

Di Redazione Infocilento

“Due giorni di vento forte e pioggia intensa mandano la Campania sott’acqua. Nella nostra regione non reggono le città ne le aree interne ai fenomeni meteorologici estremi. La responsabilità dei danni, della melma e del fango, che mettono a repentaglio vite umane e a rischio case e strade, va ricercato nell’ assenza di controlli, nella mancanza di una seria e concreta politica di prevenzione e monitoraggio del territorio, nella devastazione e cementificazione di vastissime aree. Basta con la Campania della paura e della perenne emergenza. Siamo davanti ad un ‘emergenza climatica ben visibile con il continuo ripetersi di fenomeni alluvionali che evidenziano una accelerazione nella frequenza e intensità dei fenomeni meteorologici, che nessuno può più negare anche per gli impatti crescenti nei confronti delle comunità e dei territori”. In una nota Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania commenta il maltempo sull’intera regione.

Dall’associazione evidenziano come neanche la Campania è immune dalle conseguenze dei cambiamenti climatici.

“I numeri sono inquietanti – osserva Imparato – 57 eventi estremi dal 2010 a oggi, tra cui 22 danni da trombe d’aria, 13 allagamenti da piogge intense, 15 episodi di danni consistenti a infrastrutture o al patrimonio storico a causa del maltempo, 4 esondazioni fluviali e 2 frane. Oltre 2 miliardi di euro di danni. Risorse che devono essere utilizzate per la messa in sicurezza del territorio, non per affrontare l’emergenza del post”.  

Non esistono più alibi o scuse per rimanere fermi: disponiamo di competenze tecnologie per aiutare i territori e le città ad adattarsi ai cambiamenti climatici e mettere in sicurezza le persone. Occorre dar avvio ad interventi rapidi e politiche di adattamento e di riduzione del rischio idrogeologico e per questo è fondamentale programmare sin da ora interventi a lungo periodo, diffondendo anche una cultura di convivenza con il rischio che punti alla crescita della consapevolezza tra i cittadini dei fenomeni e delle loro conseguenze. Dobbiamo solo decidere di farlo.», conclude.

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