Cosa mangiare in Cilento: un viaggio alla scoperta dei prodotti tipici

Voi quale piatto preferite?

Di Rossella Tanzola

Mozzarella nella mortella: la “muzzarella co’ a mortedda o int’a’ murtedda” è un formaggio tipico della zona centrale del Cilento. Più che una mozzarella si tratta di un caciocavallo freschissimo. Non si presta ai classici usi gastronomici ma si sposa benissimo negli antipasti locali, accanto a delle olive o ai salumi di un’azienda agricola. Per mantenerlo al meglio i contadini lo avvolsero nelle foglie di mirto (mortella), una pianta che garantiva non solo un grado di freschezza ma anche un sapore unico e prezioso grazie al profumo e agli aromi delle foglie.

Olive ammaccate: la prativa delle “aulive ammaccate” (olive schiacciate) avviene prima della loro raccolta e produzione dell’olio nei frantoi. Vengono scelte tra i rami le olive sane e ancora acerbe e mediante l’ausilio di una pietra il nocciolo viene separato dalla polpa. La salella è l’ideale per questa preparazione, stiamo parlando di una pianta antica dalle origini incerte ma molto diffusa nel Cilento. Un contorno gustoso che richiama i sapori della terra, può essere accompagnato a secondi di ogni genere ed è una soluzione rapida per una cena programmata all’ultimo minuto.

Fusilli di Felitto: il fusillo felittese è una particolare pasta fresca all’uovo che viene preparata con pochi e semplici ingredienti: semola di grano duro, uova e olio extra vergine di oliva. Si presenta come un maccherone forato di lunghezza variabile che viene realizzato con l’aiuto di un ferretto sottile per poi essere messi su uno spianatoio definito “o scanaturu”. Gli ingredienti vengono lavorati manualmente formando la caratteristica fontana. Questa tipologia di pasta viene prodotta soltanto nel Comune di Felitto ed è stata riconosciuta dalla Regione Campania nel registro dei prodotti Agroalimentari Tradizionali. La sagra del fusillo felittese è una tradizione che viene tramandata dal 1976, l’emergenza Covid ha causato il blocco della manifestazione per quest’anno ma è possibile assaggiare questo piatto in vari ristoranti e agriturismi della zona.

Maracuoccio: il maracuoccio è un antico legume che viene ancora oggi prodotto a Lentiscosa, anche se non tutti lo conoscono. È uno di quei rari prodotti che non supera i cinque quintali di produzione. Abbinato con grano e olio e mantecato con aglio, cipolla e crostini, questo legume ricorda la polenta ed è un piatto dal carattere forte e saporito.

Alici di Menaica: la pesca delle alici di Menaica ha origini antichissime. Si tratta di una pratica che resiste ancora oggi in poche località italiane tra cui Marina di Pisciotta. I pescatori la notte escono in mare con barca e rete (entrambe si chiamano menaica o menaide, anticamente minaica) e svolgono questo lavoro con impegno e grande dedizione. Le alici di menaica sono un presidio Slow Food perchè si tratta di un grande prodotto gastonomico unico e prezioso e la sua pratica merita di essere tramandata.

Soppressata di Gioi: La soppressata cilentana è un salame insaccato previa affumicatura. Il prodotto si presenta con una stagionatura di almeno 40 giorni dove la carne suina viene triturata o tagliuzzata e miscelata con sale e aromi naturali. L’antichità di questa produzione risale all’ XI secolo ed è l’unico salame campano lardellato. Molto rinomato è quello di Gioi, un piccolo borgo interno dove troverete diversi rivenditori e un salumificio artigianale a conduzione familiare.

Gli scauratielli: Gli “scauratielli” sono un dolce natalizio solitamente preparato la notte della vigilia di Natale. La scelta della data si collega all’antica usanza greca di celebrare il solstizio d’inverno: in questa lunga notte i coloni greci rendevano omaggio agli dei preparando dei dolcetti al miele che avevano la forma di un’Alfa (α) e di un’Omega (ω), la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. Gli scauratielli risalirebbero quindi a una tradizione nata nel VI-VII secolo a.C., al tempo della fondazione di Paestum ad opera dei Sibariti, discendenti degli Achei. Decorati con foglie di alloro o rosmarino e miele di castagno, questo dolce prevede la bollitura per poi essere fritti in olio bollente.

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