246 anni fa, il 22 settembre 1774, moriva a Roma Papa Clemente XIV. Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli nacque il 31 ottobre del 1705 a Santarcangelo di Romagna, da Lorenzo Ganganelli, medico e Angela Serafina Maria Mazzi (o Macci), nobile pesarese, rimase orfano in tenera età. Studiò al seminario dei Gesuiti di Rimini, poi si perfezionò presso gli Scolopi di Urbino.
All’età di 17 anni entrò nel noviziato del Convento di Urbino dei Francescani conventuali e il 16 maggio dello stesso anno vestì l’abito nella chiesa di San Francesco a Mondaino.
Nel 1740, a soli trentacinque anni, fu chiamato a Roma a dirigere il collegio di San Bonaventura. Il suo operato in qualità di reggente del collegio gli procurò la stima di papa Benedetto XIV, che lo nominò consultore dell’Inquisizione. Fondò a Roma il Collegio di Sant’Antonio presso la chiesa di S. Efrem, per la formazione dei missionari dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, cui apparteneva.
Clemente XIV fu eletto papa il 19 maggio 1769. Non essendo vescovo, venne consacrato il 28 maggio successivo. Morì a 69 anni in Vaticano per scorbuto, una malattia dovuta a carenza di acido ascorbico (vitamina C).
La rapida decomposizione della salma generò il sospetto di un avvelenamento per mano di alcuni esponenti della Compagnia di Gesù, ma che il decesso fosse dovuto solo all’età e a cause naturali fu confermato sia dal medico personale che dal confessore, i quali comunque dissiparono in parte queste voci.
Il 27 settembre venne sepolto in San Pietro.
Ma perché Papa Clemente è legato al territorio cilentano?
Per un periodo, quando non rivestiva ancora la carica di successore di Pietro, Frà Lorenzo Garganelli, fu tra i tanti ospiti del Convento Francescano di Bellosguardo.
La struttura, della quale oggi non restano che i ruderi, sorgeva nelle adiacenze dell’attuale Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Non vi sono particolari testimonianze relative al periodo in cui Clemente XIV visse nel centro alburnino che fu una della tappe della sua vita monastica.