Parcheggi a Cala del Cefalo: c’è l’esposto

Pericoli e danni alla biodiversità: caso sul tavolo del Ministro dell'Ambiente

Di Comunicato Stampa

Sono stati riaperti il 14 agosto due posteggi auto, sequestrati nel 2017,  nell’area di Cala del Cefalo. Per qualcuno la decisione del Comune di Camerota rappresenta un pericolo considerato il rischio crolli, ma soprattutto che la zona è sottoposta a vincolo ambientale. Ecco perché è arrivato l’ennesimo esposto di Paolo Abbate, attivista ambientale che ricorda come nella zona siano presenti, ad esempio, 2 specie di chirotteri e di rondine di montagna che nidificano nelle grotte preistoriche alla base della falesia oltre altre specie protette di rettili e di uccelli e a forme di vegetazione “messe in pericolo da inquinamento acustico e di emissione gas e olio.”

“I due posteggi sono stati di nuovo utilizzati tenendo conto, come unica precauzione, di tener lontane le auto di qualche metro dalla parete rocciosa, sottoposta però a improvvise cadute di massi e di frane, che raggiungono anche la strada, come dimostrano i numerosi cartelli di avvertimento posti – osserva Abbate – Le alternative alla riapertura dei varchi esistono, come i posteggi privati al Trivento, semi vuoti”.

E’ stato pertanto inviato un esposto al Ministro dell’ambiente, al Prefetto, ai presidenti Regione Campania e Parco nazionale, alla Procura di Vallo della Lucania “ritenendo la riapertura dei posteggi un danno grave per  la Biodiversità”, conclude l’attivista.

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