Registrare un marchio significa creare un brand che sia unico e inimitabile da altri, distinguendosi dalla massa e conferendo qualità e prestigio alla propria azienda. Al contempo, si proteggono i propri prodotti da imitazioni per cui è possibile rivendicare i diritti: a tal proposito, occorre fare prima la cosiddetta ricerca di anteriorità, così da non rischiare di ricopiare involontariamente altre realtà preesistenti.
Il marchio può essere sia di tipo figurativo che denominativo, oppure addirittura misto: nei primi due casi è costituito da immagini o parole, mentre nell’ultimo si hanno entrambi gli elementi. Quando si sceglie come crearne uno, occorre cercare di risultare creativi ma anche pratici, coniugando il desiderio di originalità con la necessità che il logo resti impresso nella mente dei consumatori: esempi celebri riguardano brevi motti o persino jingle che si ritrovano spesso nelle pubblicità.
Un marchio può essere registrato sia a livello nazionale che oltreconfine e le spese saranno, di volta in volta, molto diverse: per avere una stima del costo della registrazione del marchio basti pensare che vi sono oneri che riguardano meramente le operazioni burocratiche e altri che riguardano i compensi dei professionisti che devono procedere con le varie pratiche. Non solo, bisogna anche considerare le classi merceologiche nelle quali ci si voglia inserire.
Le classi merceologiche sono molteplici e comprendono sia prodotti che servizi: se, ad esempio, si volesse creare un marchio per una linea di abbigliamento e profumi, occorrerà registrarsi sia nella categoria degli abiti che in quella dei profumi, così da poterli far ricadere entrambi sotto lo stesso nome. Invece, nel caso in cui un’azienda che si occupa di traslochi desideri registrare il proprio marchio sotto il medesimo nome, potrà farlo in virtù del fatto che si tratta di una categoria merceologica differente.
Registrare un marchio italiano
In Italia, per registrare il proprio marchio limitatamente ai nostri confini bisogna compilare un’apposita domanda da spedire o consegnare all’Ufficio Brevetti o UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi); in alternativa, la si può inoltrare a una Camera di Commercio oppure in formato digitale attraverso il portale dedicato.
All’Agenzia delle Entrate, poi, occorrerà presentare un modello F24 con il pagamento delle tasse relative e dotare la propria domanda di regolare marca da bollo. Il rinnovo andrà fatto dopo 10 anni e avrà un costo inferiore rispetto alla prima volta.
Registrare un marchio europeo
Perché il proprio marchio sia legalmente registrato e quindi riconosciuto in tutti gli stati membri dell’Unione Europea, invece, l’ufficio preposto al quale rivolgersi è l’EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale) che si trova in Spagna. Fortunatamente, anche in questi casi è previsto l’invio delle documentazioni necessarie a mezzo posta raccomandata o attraverso il sito ufficiale.
Le spese sono differenti, ma si potrà commercializzare in sicurezza i propri prodotti in tutta Europa: la durata del marchio sarà sempre decennale, poi bisognerà provvedere a regolare rinnovo.
Registrare un marchio internazionale
Per rendere internazionale il proprio marchio, sarà spesso necessaria la consulenza di un esperto che conosca il regolamento e i costi previsti dal singolo Paese: alcuni Stati, infatti, aderiscono al Marchio Internazionale, con un allineamento abbastanza omogeneo di entrambe le cose, altri invece no, per cui bisogna entrare nel merito delle singole regole.
I marchi internazionali, in generale, sono gestiti dalla Wipo (World Intellectual Property Organization) e regolamentati dall’Accordo di Madrid che impedisce la circolazione di prodotti con indicazioni di provenienza fasulle. Per registrare un marchio italiano a livello internazionale, può rendersi necessaria la registrazione sia agli organi italiani che a quelli esteri, quindi la spesa può essere maggiore