Marina di Camerota: presentato il libro “Rombo di tuono cilentano”

Il libro,scritto dal giornalista Alfonso Pierro, parla della storia dell'ex calcaitore cilentano della Salernitana Antonio Esposito.

Di Christian Vitale

Nella serata di martedi è andata in scena la presentazione del libro “Rombo di tuono cilentano”. L’opera ha come protagonista la storia dell’ex calciatore cilentano Antonio Esposito vincitore nel 1968 del trofeo Beretti con la Salernitana.  A Marina di Camerota, paese natio dell’ex granata, presso la Piazza Simon Bolivar lo scrittore e giornalista Alfonso Pierro ha presentato, davanti un discreto pubblico, il suo ultimo lavoro. Presenti, tra gli altri, il sindaco Mario Salvatore Scarpitta, l’assessore allo sport Vincenza Perazzo ed il Parroco Don Gianni Citro. In prima fila, ovviamente, in rappresentanza della famiglia. anche i due figli di Antonio ovvero Pierantonio e Raffaele.

Rombo di tuono cilentano


Il libro racconta la storia di un uomo prima e di uno sportivo poi, che tra mille difficoltà è riuscito, grazie al calcio, a trovare la forza di superare qualsiasi ostacolo. Un’infanzia non facile passata in parte in Venezuela, dopo la scomparsa della cara mamma avvenuta dopo 5 anni dalla nascita di Antonio, in parte in Italia lontano dagli affetti più cari. L’opera spazia dal successo sportivo della vittoria della Coppa Berretti, 1968-1969, alla delusione di non poter continuare a giocare con la sua squadra del cuore la Salernitana.

Tanti aneddoti presenti in “Rombo di tuono cilentano” come quello narrato, da Alfonso Pierro, di un fallo laterale battuto da un attaccante, cosa inusuale, che portò Esposito ad incontrare la sua futura moglie. Molti riferimenti anche alla vita dell’ex calciatore che, suo malgrado, conobbe due grandi emigrazioni come quella verso il Sud America e quella verso il Nord Italia. In questo contesto è stato anche il calcio a permettere ad Antonio di superare le barriere che gli emigrati del Sud vivano in quel periodo.

“Rombo di tuono cilentano” le parole di Alfonso Pierro

Ho iniziato a scrivere Rombo di tuono cilentano nel 2018 dopo la presentazione de libro, Marina di Camerota, la Salernitana prima dei 100 anni. Pierantonio e Raffaele infatti mi consegnarono un diario, scritto nei mesi di malattia di Antonio, proprio dell’indimenticato bomber della Salernitana. Cosi ho iniziato a lavorarci sopra, con grande orgoglio, per l’incarico affidatomi proprio dai figli di Antonio. Loro hanno dato vita ad una grande volontà mai nascosta dall’ex calciatore, quella di scrivere un libro sulla sua vita. Ho deciso di narrare questa storia ancor di più quando sono venuto a conoscenza della bontà del progetto. Antonio Esposito, infatti, voleva fortemente devolvere il ricavato del libro in beneficenza. La scelta è ricaduta sull’Ospedale Pascale di Napoli, nosocomio dove lo stesso Esposito era stato in cura. Ora grazie alla Saggese Editori, e alla pazienza di mio figlio Vincenzo che ringrazio pubblicamente, l’opera è pronta”.

Il tutto è stato presentato nella serata di lunedi, che ho è trovato molto emozionante. In particolare per i discorsi fatti dagli esponenti del territorio presenti. Sindaco, parroco e assessore allo sport hanno mostrato grande attaccamento alla figura di Antonio Esposito. Inoltre, grazie ad una proposta dell’assessore Perazzo, la storia di Esposito sarà raccontata anche nelle scuole del comune per farla arrivare a tutti”.

Il progetto dell’assessore allo sport Vincenza Perazzo

Non appena sarà possibile abbiamo intenzione di far conoscere la storia di vita di Antonio Esposito. Questo progetto, quando la situazione Covid lo consentirà, verrà portato nelle scuole secondarie di primo grado.
Non abbiamo esitato a prendere questa decisione vista la storia fatta di dedizione, sacrificio e amore puro per lo sport. Quello che viene fuori dai racconti di chi lo ha conosciuto in campo e fuori è il suo essere stato uomo vero prima che grande atleta.
Il suo esempio fino agli ultimi giorni e anche dopo la sua scomparsa, ricordiamo che l’intero ricavato del libro andrà alla ricerca contro il cancro, deve essere tramandato e conosciuto dai nostri ragazzi”.

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