Eboli – Agropoli, l’odissea di una donna per tornare a casa dopo un day hospital

Il racconto di una donna affetta da sclerosi multipla. Per rientrare ad Agropoli una vera e propria odissea

Di Redazione Infocilento

L’importanza dell’ospedale di Agropoli si riconosce anche da una serie di disagi che subiscono gli utenti nel raggiungere le altre strutture sanitarie della provincia salernitana. Benché distanti solo pochi chilometri chi deve arrivarci e non è munito di un’auto rischia di andare incontro ad una vera e propria odissea, complice anche un sistema di trasporto pubblico carente. E’ quanto accaduto ad una donna di Agropoli, malata di sclerosi multipla e costretta a recarsi all’ospedale di Eboli per delle analisi. Ieri il day hospital ma quando è uscita dal nosocomio e ha cercato di tornare a casa sono iniziati i disagi, come lei stessa racconta.

“All’uscita dell’ospedale ho cercato di tornare a casa con i mezzi di trasporto, essendo giunta in ospedale con un passaggio. E’ stata un’odissea…sono arrivata a piedi ( fortunatamente la malattia ancora me lo permette) alla stazione di Eboli. Li il mezzo piu’ prossimo era il bus delle 11: 10 se non erro…le biglietterie non si sa perché non potevano fare i biglietti. Salgo sul pullman con l’intenzione di farlo a bordo ma non lo permettono…ma essendo in pochi credo..arrivo comunque a Battipaglia”.

Qui i problemi non sono finiti:

“Per tornare ad Agropoli arrivo in piazza della Repubblica per prendere un altro Autobus perché non erano previste partenze treni a breve. Nella piazza di Battipaglia i tabacchi ancora si rifiutavano di fare biglietti e dicevano di essere disinformati sugli orari delle corse. Attraverso informazioni dei passanti riesco a capire che una autobus sarebbe passata a breve e mi avrebbe fatta arrivare ad Agropoli. Dopo una lunga attesa scorgo il pullman della compagnia indicata, mi sporgo verso il conducente mostrando il portafogli, col quale indicavo di avere necessità di effettuare il biglietto a bordo, ma il gentile conducente mi fa cenno di no col ditino, mi chiude la porta in faccia mentre lo imploravo con gli occhi sopra la mia mascherina…e se ne va, lasciandomi sotto il sole delle 12: 20, da sola, reduce da un day hospital senza possibilita’ di ritorno e nessuna spiegazione”.

Riuscita a tornare a casa protesta con la compagnia per lo spiacevole episodio:

“vengo trattata come una visionaria. Mi viene detto prima che probabilmente il pullman era pieno ( cosa non vera), poi che forse non avevo la mascherina ( sempre tenuta sul viso dalle nove di stamane in ospedale..e in strada ero una delle poche persone ad indossarla), infine mi viene detto che loro non hanno linee su Battipaglia a quell’ ora, che loro fanno biglietti sia a bordo che a terra e dulcis in fundo che forse avevo sbagliato a leggere il nome della compagnia. Inoltre mentre io educatamente chiedevo di poter fare il biglietto, alcuni extracomunitari salivano senza problemi…forse avevano l’abbonamento”.

Una vicenda che ha del paradossale ma che la donna ci tiene a raccontare con la speranza di risparmiare una esperienza del genere a persone che hanno già molte difficoltà, affinché per curarsi possano usufruire di mezzi pubblici adeguati, venendo trattati col rispetto che merita ogni essere umano.

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