Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel nostro paese, responsabili del 44% di tutti i decessi.
Per tale ragione è importante assicurare a tutti i pazienti, a prescindere da luogo di residenza, le più sofisticate strategie diagnostiche e le migliori cure cardiovascolari possibili. La Telemedicina, cioè l’applicazione di tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni alla pratica clinica, può offrire un contributo importante, mediante la trasmissione a distanza di informazioni cliniche tra medico, paziente e le diverse figure professionali coinvolte nell’erogazione dei Servizi sanitari.
Tra i pazienti cardiopatici quelli portatori di pace-maker e defibrillatori costituiscono una categoria particolarmente vulnerabile per l’età media avanzata e per l’alto tasso di patologie croniche associate.
Una volta impiantato, un pacemaker o un defibrillatore ha bisogno di essere controllato periodicamente. Deve essere verificata l’integrità dei circuiti, la carica della batteria, il corretto funzionamento, la programmazione ed eventuali episodi aritmici registrati dal dispositivo impiantato. Questi controlli avvengono normalmente in ospedale, nell’ambulatorio dedicato, con cadenze che vanno dai 6 mesi all’anno, per intensificarsi in occasione di situazioni particolari o quando si avvicina il momento della sostituzione del dispositivo per l’esaurimento della batteria. Da qui l’importanza del monitoraggio da remoto dei PMK e ICD impiantati, senza compromettere la sicurezza del paziente, anzi, identificando molto precocemente le situazioni a rischio elevato e quindi intraprendere iniziative per porvi rimedio prima che degenerino in situazioni più gravi.
Nei giorni scorsi presso l’U.O.C. UTIC-Cardiologia dell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania sono stati impiantati i primi PMK e Defibrillatori che potranno essere controllati da remoto a distanza. Una novità importante nel mondo sanitario a Sud della Provincia di Salerno.
Gli impianti sono stati eseguiti dal dott. Valentino Ducceschi, coadiuvato da tutta l’equipe costituita dai tecnici del Laboratorio di Cardiologia Interventistica: Antonio Elia (caposala), Gianfranco Lerro, Gian Luca Di Sevo, Lucio Carotenuto; dai tecnici di radiologia: Antonietta Sacco (Coordinatrice TSRM), Antonio Di Lascio, Gerardo Passaro, Aniello Carbone, Filippo Tambasco, Anna Maria Merola.
“Dopo l’impianto, al momento della dimissione” – afferma il dott. Antonio Aloia – Responsabile dell’U.O.C. UTIC-Cardiologia – “al paziente è stato fornito un trasmettitore capace di collegarsi al PMK o ICD, e leggere i dati ed i parametri di funzionamento ed inviarli automaticamente ad un sito web centralizzato al quale può accedere in maniera protetta lo staff clinico. Così, a cadenze prefissate, di norma ogni 3 o 4 mesi, l’equipe sanitaria controlla a distanza il dispositivo impiantato al paziente che sta tranquillamente a casa senza doversi recare in Ospedale. In caso di eventi particolari, malfunzionamenti, anomalie dei circuiti e altri allarmi programmati, avviene un invio automatico dell’allarme che sarà notificato allo staff sanitario tramite fax, mail o MSG sul cellulare. Questo consente di venire a conoscenza della anomalia molto prima del controllo tradizionale, a volte in tempi brevissimi, che mettono al sicuro il paziente. Inoltre in caso di sintomi riconducibili al funzionamento del dispositivo pacemaker o defibrillatore, il paziente stesso, o un parente, può inviare una trasmissione manuale dei dati e poi chiamare il Centro per verificare se qualcosa è accaduto.”
Numerosi studi clinici hanno dimostrato che il monitoraggio remoto può ridurre il numero di controlli ambulatoriali tradizionali, senza compromettere la sicurezza del paziente. Inoltre il monitoraggio continuo permette di identificare situazioni a rischio molto precocemente e pertanto di intraprendere iniziative per porvi rimedio prima che degeneri
“Da questo momento presso la nostra U.O. – afferma il dott. Antonio Aloia – saranno impiantati unicamente defibrillatori e pacemaker con tecnologia wireless, in grado cioè di collegarsi senza fili, con la possibilità di essere controllati a distanza attraverso un trasmettitore presente a casa del paziente e collegato al nostro reparto”.