Sembra impossibile, ma in Italia solo una scuola su tre è pienamente accessibile per le persone disabili. Questa semplice constatazione vuol dire che più della metà delle scuole non sono adatte ad ospitare bambini e ragazzi con problemi di disabilità, che si tratti di disabilità fisiche, motorie o psicologiche. Un rapporto davvero desolante, quello che viene dai dati raccolte in più di 25 mila scuole italiane, specialmente primarie e secondarie di primo grado. Eppure, garantire l’accesso anche a coloro che, ad esempio, si muovono in sedia a rotelle dovrebbe essere un diritto, uno dei più elementari. Ma siamo certi che sia sufficiente dotare la scuola di servoscala per disabili, rampe e ascensori per risolvere il problema dell’accessibilità? Scopriamo insieme quali sono i requisiti minimi affinché un edificio scolastico sia davvero accessibile.
Il diritto ad un accesso diretto e in piena autonomia, da parte degli alunni con disabilità di tipo motorio o sensoriale, presso gli edifici adibiti all’istruzione è sancito dalla legislatura italiana in più norme, attraverso le quali si è cercato di raggiungere una soluzione ad un problema che da sempre affliggeva la scuola pubblica italiana. Come si è visto, questo traguardo è ancora molto lontano. La normativa, infatti, stabilisce che tutti gli edifici esistenti o in costruzione, pubblici o comunque aperti al pubblico, siano soggetti all’applicazione di alcune direttive finalizzate all’abbattimento barriere architettoniche. In particolare, il Decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996 impone che tali edifici debbano essere dotati di tutti gli accorgimenti necessari a garantire la completa fruibilità dello spazio, anche da parte di «persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale».
Simile il responso della Legge n. 104 del 5 febbraio 1992, che ribadisce come le persone con disabilità non debbano in alcun caso essere escluse dal godimento di servizi, prestazioni e opportunità così come ogni cittadino. La legge richiama nel primo articolo la necessità di garantire «il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata», promuovendone «la
piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società». A tal fine, lo Stato si impegna a prevenire e rimuovere «le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona handicappata
alla vita della collettività». Proprio per queste motivazioni, a partire dalla Legge 104/92, le concessioni edilizie sono rilasciate solo a condizione che venga rispettata la normativa in materia di barriere architettoniche, e che vengano dichiarate inagibili e inabitabili (con relative sanzioni per i responsabili) le opere pubbliche realizzate senza garantire un libero e sicuro accesso alle persone con disabilità.
Negli edifici scolastici questa tematica è ancora più importante, perché i bambini hanno bisogno di un ambiente protetto, stimolante, che faciliti l’integrazione e la socievolezza. Questo è l’obiettivo anche della Legge 118/1971, che si rivolge specificatamente all’edilizia scolastica, e che, in base all’articolo 28, pone l’obbligo di rendere accessibile l’ambiente scolastico, in modo da garantire una frequenza universale, per tutti.
Ma concretamente, quali sono i passi da fare affinché una scuola risulti accessibile anche a coloro che convivono con una disabilità? Innanzitutto, lo stabile deve prevedere un percorso esterno percorribile in sedia a rotelle, quindi un vialetto senza dislivelli e abbastanza ampio da permettere un passaggio agevole. Dal parcheggio auto riservato, collocato in prossimità dell’entrata dell’edificio, il percorso deve quindi essere scorrevole e riparato, dotato di una pavimentazione liscia e sicura e di una tettoia che ripari da pioggia e intemperie. Ogni spazio all’interno dell’edificio deve essere pienamente usufruibile e raggiungibile anche dagli studenti con ridotte capacità motorie o con disabilità sensoriali: accanto alle scale deve essere predisposta un’alternativa sicura per bambini e ragazzi con problemi motori (attrezzando la scuola con ascensori e/o servoscala). Allo stesso tempo, le aule e i servizi igienici devono soddisfare i requisiti richiesti per ogni tipo di disabilità, in modo da essere utilizzabili anche da studenti sordi o non vedenti: per ovviare a questa necessità esistono appositi arredi e attrezzature didattiche (banchi, lavagne, sedie, computer, materiale Braille, spogliatoi, ecc.).
È bene ricordare che in ogni punto dell’edificio scolastico gli arredi devono consentire sufficiente spazio per il passaggio e la manovra di una sedia a rotelle (almeno 70 cm per il passaggio, il doppio per la manovra). I percorsi principali (dall’entrata alle aule e ai servizi igienici) dovrebbero essere segnalati da piste tattili, per permettere lo spostamento in autonomia anche allo studente ipovedente o non vedente. Una simile cura dovrebbe essere impiegata anche nell’attrezzare luoghi come la segreteria didattica, la presidenza e le aree ricreative (eventuali distributori di snack e bevande, cortili e giardini esterni e così via).