Oggi sono ventisei anni dalla scomparsa dell’indimenticato Massimo Troisi. Il geniale attore napoletano che a soli 41 anni, causa un problema al cuore, dette l’addio alle scene ed a questo Mondo, due giorni dopo aver finito di girare il suo ultimo film “Il Postino”. Film che vinse un Oscar per la Migliore Colonna Sonora.
Massimo si chiama pure suo figlio, stiamo parlando di Gerardo Ferrara, il sosia, sul set, di Massimo Troisi. Di Sapri, fu contattato dalla Produzione, perché somigliante al protagonista, perché avrebbe dovuto girare le scene più faticose, quelle in bicicletta. Proprio quella bicicletta che caratterizzava appunto il personaggio de’ “Il Postino”.
Come racconta in tante interviste, Ferrara fu scelto per affiancarlo nelle scene più stancanti, ne nacque una bella amicizia con l’attore partenopeo. La salute di Troisi era già cagionevole durante le riprese, e purtroppo, furono le ultime scene della sua vita. Un film testamento del suo enorme talento.
Gerardo Ferrara racconta dell’incredulità nell’essere stato scelto come controfigura, dell’immenso onore per aver lavorato con lui, del suo ricordo personale di un uomo eccezionale. E come ha più volte ricordato: “Quel 3 giugno fu l’ultimo giorno che lo vedemmo e mentre andava via, lanciò a tutti noi uno strano saluto in cui ci disse di amarci tutti e di non dimenticarci di lui. Il giorno dopo morì”. Ricorda commosso Gerardo Ferrara, di Sapri, sosia di Troisi, in una recente intervista su RAI 1.