Danilo Cinelli, il gelatiere che omaggia il Cilento a Bologna

Originario di Stio Cilento crea una ricetta ispirandosi alle antiche tradizioni cilentane

Di Antonio Pagano

Danilo Cinelli, originario di Stio Cilento, gestisce con la sua socia Irene Susini una gelateria artigianale a Bologna da circa 8 anni. Il gelatiere, con una nuova ricetta, ha pensato di fare un piccolo omaggio al Cilento cercando di dar voce ad antiche tradizioni cilentane e di valorizzare alcuni prodotti tipici di questa terra.

La ricetta, gusto “Ciliento”, è composta da fior di latte con mozzarella di bufala campana, con infuso di foglie di mirto e ortica arricchito con una
composta di frutti di bosco e sbriciolata di “frisilli cu lu mele”.

Alla nostra mozzarella e a tutta la sua filiera dobbiamo tanto, ci ha reso noti al mondo e ha arricchito la gastronomia italiana, la nostra eccellenza – spiega Danilo – abbiamo aggiunto poi un infuso di mirto e ortica risaltandone gli aromi e i frisilli cu lu mele che occupano uno spazio speciale nel mio cuore. Mi ricordano tanto la mia mamma e i miei anni di adolescenza trascorsi a Stio a lavorare per un’altra eccellenza locale: i ciccimmaretati. Ricordo che quando lavoravo mettevo sempre nel taschino dei frisilli e li sgranocchiavo tra un vai e vieni di un cameriere. È un modo anche per ringraziare tutto il lavoro che ha fatto e continua a fare tutta l’organizzazione di questa sagra speciale e tutte le persone che collaborano mettendoci arte e passione. Abbiamo scelto il mirto in quanto è un ingrediente che spesso si associa solo alla bella Sardegna. Ma anche noi abbiamo la fortuna di poterlo trovare nelle nostre ricette e lavorazioni. Basti pensare alla “mozzarella co a mortedda”, da qui nasce l’idea dell’infuso, ne cercavamo solo l’aroma; con le varie tecniche sugli infusi abbiamo trovato la giusta dose.

Continua Cinelli ricordando il suo Cilento: “La composta di frutti di bosco è un ricordo dei nostri boschi; le belle sorprese che trovi mentre cammini. I rovi poi non hanno solo un lato negativo, l’ortica invece è un ingrediente molto particolare. Da qui nasce il parallelismo con il Covid. Essendo urticante mi ha fatto pensare a quante volte magari per cercare il pallone perso l’ho detestato. E credo questa esperienza accompagni tutti i ragazzi cilentani; crescendo ne ho compreso le sue proprietà ed è favolosa: selvaggia e verace. Insomma proprio come noi. Questo per dire che il Covid ci ha punto e ci ha fatto parecchio male. Ma può rivelarsi, deve rivelarsi una grande opportunità per una rinascita del nostro Paese. O meglio é la mia speranza, la nostra. Dobbiamo solo cercare di accogliere la paura e il dolore nella sua vera natura, ossia l’ emozione. Cercare di viverla fino in fondo, comprenderla. Sicuramente così potremmo uscire da questo trauma sociale ed economico con le giuste basi per avere un successo diverso. Inaspettato. Ogni minaccia nasconde opportunità ed è il momento di coglierla“.

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