«L’impressione è che in questo periodo di lockdown i cinghiali siano aumentati o, vista l’assenza di persone, si siano spinti ancora più vicini ai centri abitati e alle coltivazioni». A lanciare l’allarme un agricoltore di Laureana Cilento. «Con l’avvio della seconda fase ho ripreso ad occuparmi della cura dei campi e ho trovato le vigne ed altre colture devastate dai cinghiali», racconta. Ma non finisce qui: «Se prima questi animali si intravedevano di notte, adesso pure con la luce del sole è possibile trovarli nelle campagne, agiscono indisturbati senza che si riesca ad intervenire».
Il problema si segnala ormai da anni e le azioni poste in essere dal Parco, dai selecontrollori alle gabbie di cattura, sembrano riuscire solo in parte ad arginarlo.
Il grido d’allarme degli agricoltori si fa sentire, ma in realtà sono anche i cittadini ad avere timori per la presenza degli ungulati: da San Marco di Castellabate a Montecorice, passando per Laureana, Perdifumo e gli altri comuni collinari, sempre più spesso si vedono questi animali alla ricerca di cibo tra le vie dei paesi. «Il Parco deve trovare il modo di intervenire e vanno adottate soluzioni drastiche non soltanto nel suo perimetro di competenza ma anche nelle aree contigue», dice un cittadino di Torchiara.