Il Tribunale del Riesame, nell’udienza camerale del 12 maggio scorso, ha accolto l’istanza della Fondazione Vico, rappresentata dall’avvocato Franco Maldonato, ed ha annullato il decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Vallo della Lucania, nella parte in cui ordina il sequestro funzionale alla confisca sulle disponibilità patrimoniali (beni mobili ed immobili) intestati o riconducibili alla Fondazione Vico.
I fatti risalgono al marzo scorso, quando, in seguito all’attività posta in essere dalla Guardia di Finanza di Salerno, si è proceduto al sequestro preventivo di beni fino alla concorrenza di circa 1,8 milioni nei confronti di due rappresentanti legali della Fondazione succedutesi nel tempo e di tre imprenditori agropolesi. L’accusa era di frode friscale e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Le Fiamme Gialle della Compagnia di Agropoli, in particolare, accertarono che “la fondazione, pur di accedere al contributo regionale, tra il 2014 ed il 2016 ha utilizzato delle fatture false emesse da tre imprenditori cilentani (tra questi, il figlio di uno dei rappresentanti legali dello stesso ente “no-profit”), per un importo pari alla somma poi percepita” (leggi qui).
Furono poste a sequestro le somme di denaro rinvenute sui conti correnti dei cinque indagati ed il castello “Palazzo de Vargas”, di proprietà della Fondazione Giambattista Vico, sito nel Comune di Perdifumo, con i relativi arredi, per un valore pari alla piena concorrenza della somma indicata nel decreto.
Il Tribunale del Riesame, ha, atresì accolto l’istanza di riesame formulata del titolare dell’azienda ALA ITALIA, rappresentata dall’avvocato Gaeteno Di Vietri.