Mons. Antonio De Luca fa il “De Luca” e attacca quella parte delle Istituzioni che in questa fase di ripartenza dopo la chiusura per il Coronavirus “rischia di uccidere il lavoro e la speranza per colpa della burocrazia e di una pletora di cavilli”.
Il Vescovo della Diocesi di Teggiano – Policastro ha dedicato alla gestione della crisi economica legata all’emergenza Covid buona parte della sua omelia nel corso della Messa celebrata ad Atena Lucana ieri mattina per i festeggiamenti in onore di San Ciro, patrono del paese.
“La vera ripartenza – ha sottolineato il presule – non può consistere unicamente nella riapertura delle chiese ma nel rivitalizzare la carità, dobbiamo porre attenzione agli ultimi. Che non resti inascoltato il grido di tante famiglie, di tanti giovani, di fronte alle promesse di un sussidio cospicuo, consistente, reale, invisibile, che non accada che mentre chiediamo aiuto il soccorso si vanifica, rallentato da una pletora di cavilli, da una burocrazia che uccide”.
“Le famiglie hanno bisogno di pane, le imprese di ricominciare il lavoro tra dinieghi e attese si corre il rischio di non ridare più vitalità a tutto ciò che in questo momento è morente: il lavoro e la speranza”, ha concluso.