Calcio femminile: Elisa Lecce la cilentana che si tinse d’azzurro

Inter, Napoli e Lazio nel passato di Elisa Lecce. La calciatrice, originaria di Torre Orsaia, ha vestito anche l'azzurro della Nazionale di calcio femminile

Di Christian Vitale

Elisa Lecce, atleta cilentana nata a Sapri, milita attualmente nelle fila della Riozzese, team di calcio femminile che milita in Serie B. Elisa, classe 1993 originaria di Torre Orsaia, si è tolta grosse soddisafazioni in carriera. Prima del team lombardo, infatti, per la Lecce esperienze con Lazio, nelle giovanili, Napoli, in Serie A2, ed Inter, in massima serie. La centrocampista, inoltre, si è tolta la soddisfazione di vestire la maglia azzurra della Nazionale. Oltre alle partite con l’Under 17, Elisa ha disputato gli Europei del 2011, con l’Under 19, e i Mondiali del 2012 in Giappone, con l’Under 20. Abbiamo raggiunto Elisa Lecce, in una breve intervista, per rivivere brevemente la sua carriera.

Elisa nonostante la tua giovane età vanti già una carriera molto importatnte. Come ti sei avvicinata al calcio femminile?

Ho iniziato da bambina i miei genitori m raccontavano che già da piccolossima giocavo con un pallone. Mio padre era un allenatore quindi è stato semplice avvicinarmi a questo sport. Uno zio, inoltre, era stato chiamato dalle giovanili dell’Inter, quindi la passione è stata trasmessa tutta dalla mia famiglia”.

Il calcio femminile è praticato molto nella parte settentrionale d’Italia. Esiste grossa differenza, a tuo avviso, rispetto al nostro territorio?

Il calcio femminile negli ultimi anni sta prendendo piede un pochino ovunque in Italia. Il divario esiste al momento, probabilmente è dovuto da strutture e possibilità di investimenti che forse in nella zona settentrionale del nostro Paese sono diversi. La differenza più grande la percepisco, forse, nella mentalità: nella parte meridionale noto ancora stupore per una ragazza che gioca a pallone“.

Hai vestito anche la maglia azzurra della Nazionale. Che ricordi hai di quelle esperienze e cosa sognavi in quel periodo?

La maglia della Nazionale è stata un qualcosa di inaspettato. Sino ad un anno prima della convocazione, in pratica, giocavo con i maschi nel mio paese di 2 mila abitanti. Non mi sarei immaginata di ritrovarmi nel giro azzurro. Sono giunta, con stupore, in Giappone, nel 2012, a fare i Mondiali con l’Under 20. Sono stati gli anni più belli di tutta la mia carriera, per le persone che ho conosciuto, per i posti visitati e le esperienze fatte. Poi in Nazionale eravamo trattate davvero con i guanti. Ho cercato sempre di rimanere con i piedi per terra, e di non montarmi la testa continuando a studiare e reputando sempre il calcio come un piacevole hobby“.

Settore giovalie della Lazio, tre anni di Serie A2 a Napoli, poi hai assaporato la massima serie con l’Inter. Ti saresti aspettata questo tipo di carriera?

Lazio ed Inter sono state parentesi importanti della mia carriera. Con le biancocelesti ho mosso i miei primi veri passi nel calcio femminile, con le nerazzurre ho conosciuto la massima serie. A Napoli, però, ho vissuto l’esperienza di club che ricordo con maggior piacere. Per il gruppo che si era creato e per quello che abbiamo raggiunto a livello sportivo. Sicuramente il nostro movimento rispetto a quello maschile e meno affollato, però quando arrivi a certi livelli una differnza si nota“.


Negli ultimi anni l’interesse verso il calcio in rosa è cambiato in positivo. Credi che si possa fare ancora di più, mediaticamente, per questo movimento?

Si, grazie ai Mondiali in tv dello scorso anno tutto è cambiato. Negli ultimi mesi il seguito al nostro moimento in generale è aumentato. Nel 2014, con l’Under 17, l’Italia si piazzò sul podio, ma ad esempio l’evento non fu ripreso come meritava. Credo che, nel complesso, si possa fare di più visto che i sacrifici che fanno le ragazze, anche nelle categorie maggiori, spesso meriterebbero altre attenzioni”.


Dopo un periodo di stop sei ripartita dalla Rozzese, in Seie C. Quanto è stato stimolante rimetterti in gioco?

Come sottolineato prima sono sempre rimasta con i piedi per terra. Ho completato gli studi e quindi giocare, ed allenarti, a certi livelli era molto difficile. Inizialmente mi ero rimessa in gioco senza troppe pretese, ma lo scorso anno, con la vittoria del campionato di C, qualcosa è cambiato. Il torneo di Serie B è sicuramente più impegnativo, far andare di pari passo il calcio con tutto il resto spesso è complicato“.

Obiettvi calcistici per il futuro? Dove vuole arrivare ora Elisa Lecce?

Obiettivi calcistici, importanti, adesso non ne ho. Ha venti anni avevo già toccato l’apice: Serie A, Mondiali, Europei, ma il calcio femminile non può essere inteso come una prospettiva lavorativa seria. Almeno in quegli anni non la reputavo la priorità, e sono felice delle scelte che ho fatto. Oggi forse qualcosa è cambiato per l’attenzione generale, maad oggi punto a completare definitivamente il mio ciclo di studi“.

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