Il Cilento festeggia un altro centenario: si tratta di Francesco Niglio, di Laureana Cilento, che ieri ha spento cento candeline. Se non fosse stato per il coronavirus sarebbe stata festa grande in paese. La sua famiglia, infatti, stava immaginando da tempo di celebrare un uomo conosciuto per l’onestà e la tenacia, che ha trascorso una vita fatta di lavoro e sacrifici.
Ultimo cestaio del Cilento, Francesco Niglio, è nato il 12 aprile 1920 a San Martino di Laureana Cilento, da Angelo e Concetta Barretta. Fino a 6 mesi fa viveva in casa sua, accudito dai figli Angelo, Concetta e Umberto e dai nipoti Francesco, Federica, Roberta, Iolanda, Antonietta, Stefano e Marco. In seguito ad una brutta caduta e a vari ricoveri ospedalieri è andato ad abitare alla casa di riposo “Divino Amore” di Copersito di Torchiara, dove ha festeggiato il suo compleanno insieme agli operatori sanitari e agli altri ospiti della casa di cura.
Ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale ed è stato prigioniero nel campo di lavoro tedesco di Thorn, in Polonia. I suoi racconti sono pagine di storia e i suoi ricordi sono sempre stati insegnamenti contro le atrocità che i regimi totalitari hanno perpetrato nel corso degli anni.
Il figlio Angelo dichiara: “Fino all’anno scorso, papà Francesco ha continuato a realizzare le sue adorate ceste di castagno, antica arte tramandatagli dal padre Angelo e dal nonno Francesco”.
E’ proprio il caso di dire che Francesco Niglio, abile artigiano, è riuscito a salvaguardare e a portare avanti, un mestiere antico, radicato nel nostro territorio e a farlo diventare, a tutti gli effetti, una preziosa arte che non deve essere dimenticata. A lui gli auguri di tutta la comunità di Laureana e del Cilento intero.