“A volte abbiamo la sensazione che le tragedie, che sempre possono accadere, siano per tanti occasione di affari in cui gli unici ad avere la peggio sono sempre i semplici cittadini. E’ il caso dell’emergenza COVID19 che, fortunatamente, in Regione Campania è stata benevola per il basso numero di casi occorsi”. Esordisce così Rolando Scotillo, segretario territoriale della Fisi Sanità che ha inviato una nota ad Asl e Prefettura per segnalare alcune criticità nella gestione dell’emergenza sul territorio. Nonostante la virosi non sia stata così grave come in Lombardia, spiega Scotillo, “andava comunque presa in debita considerazione e bastava organizzarsi per dare risposte qualificate sia a chi era incappato nella brutta avventura della virosi che ai cittadini comuni”.
In tal senso Scotillo plaude alla riapertura dell’ospedale di Agropoli “unico Ospedale che avesse tutti i requisiti per poter agevolmente trattare 100 pazienti COVID e bastava individuare un altro Ospedale al nord della provincia per trattare altri 60 pazienti, organizzare le Malattie Infettive degli Ospedali dove tale specialità era presente ipotizzando percorsi dedicati per gestire una emergenza che ha dato ben un mese di anticipo alla nostra disastrata sanità, rispetto al nord Italia”, spiega il sindacalista.
Di fatto la Regione non ha rispettato le attese. Benché Agropoli sia ormai pronto a riaprire la Regione ha fatto altre scelte: “ha acquistato per ben 16 milioni di euro Ospedali modulari da piazzare di fronte agli Ospedali, ha contratto accordi di favore con la sanità accreditata di dubbia fattura e su cui già ci sono indagini della magistratura, ha previsto in ogni Ospedale dei centri COVID dedicati che poi si sono rilevati inutili e dispendiosi chiudendo tutte le attività sanitarie ed esponendo il personale sanitario e gli utenti a rischi per la propria incolumità. A partire dalle rianimazioni che ospitavano – senza alcun filtro – pazienti COVID e pazienti NON COVID, e ci sono volute le denunce della FISI per bloccare lo scempio che stava avvenendo all’Ospedale di Eboli – ove avevano previsto l’area COVID nel reparto di Ortopedia con percorsi commisti – e ci sono volute le denunce della FISI per imporre l’apertura dell’Ospedale di Agropoli che proprio non andava giù: da 24 a 32 posti a pressione negativa dove ricoverare pazienti infettivi ed in acuzie e 60 posti letto per pazienti COVID non intensivi gridavano vendetta contro l’inerzia del Presidente della Regione”.
Non mancano accuse all’Asl Salerno “che permetteva una individuazione nel Presidio Ospedaliero di Oliveto Citra di un’area COVID inutile perché priva di personale specifico, dispendiosa e che ha bloccato tutte le attività sanitarie necessarie ….che permetteva il blocco di tutte le attività sanitarie necessarie anche se non indifferibili in tutta la ASL….. Se facciamo i conti, per la provincia di Salerno, i casi sono fino ad oggi 489, di cui 12 sono ricoverati in terapia intensiva; 83 sono ricoverati nei reparti covid19; 144 sono paucisintomatici in isolamento domiciliare (fonte dipartimento prevenzione ASL Salerno), ma era davvero necessario – invece di organizzarsi bene avendone tutto il tempo – spendere e spandere senza conseguire alcun risultato?”
“Abbiamo chiesto alla Direzione Generale di liberare l’accesso non solo alle prestazioni urgenti e indifferibili ma anche alle prestazioni necessarie ripristinando la possibilità ai cittadini di potersi curare e controllare le proprie condizioni di salute e di non continuare a ricoverare nelle U.O di Rianimazione in modo promiscuo pazienti COVID e pazienti NON COVID. Abbiamo anche chiesto di togliere tutti gli accorpamenti tra reparti. Abbiamo chiesto al Prefetto di Salerno di assicurare il diritto alla salute e che i cittadini della provincia di Salerno possano usufruire di tutti i servizi sanitari al momento, già da diverse settimane, bloccati da una evidente disorganizzazione nella gestione dei servizi ed una approssimazione nella gestione di una emergenza che si è dimostrata non essere più cogente. Speriamo che il buon senso tocchi la fronte di tutti….”, conclude Rolando Scotillo.