Cucina

Coronavirus e ristorazione: Antonio Morinelli ed il suo mondo “Suscettibile”

Continuano i nostri appuntamenti con i volti dell’enogastronomia cilentana per parlare di questa situazione surreale che stiamo vivendo. Ecco a voi la nostra intervista ad Antonio Morinelli chef patron di ben tre ristoranti.

Bruno Sodano

10 Aprile 2020

Surreale e drammatica è questa situazione che stiamo vivendo del coronavirus. Non c’è settore che non ne stia risentendo ed i vari comparti stanno letteralmente in ginocchio. Il mondo della ristorazione è disperato e c’è anche chi ne soffre un po’ di più perché non ha solo una attività da gestire ma diverse. È il caso di Antonio Morinelli, proprietario di vari ristoranti dal nome Suscettibile. Una sede a Pioppi (cucina d’autore di mare) – che lo vede come unico proprietario –, una a Vallo della Lucania (dedicato alla cucina tradizionale cilentana e alla pizza), ed una di recente apertura a Salerno che duplica il format sito nella Capitale della Dieta Mediterranea. Queste ultime due in società con altre persone. Avere più attività chiuse , con diversi dipendenti a carico, non è facile. Se si aggiunge fitto, utenze e quant’altro i mancati guadagni possono diventare un punto di vista. La paura del domani è ancora peggio. Ecco per voi questa interessante intervista:

Antonio come stai affrontando questa pandemia?

«Rinchiuso in casa».

Quando hai dovuto chiudere il nuovo ristorante, appena aperto, quale è stata la prima cosa che hai pensato?

«Che ci toccava chiudere. Non abbiamo aspettato l’ordinanza prima di abbassare le saracinesche ma l’abbiamo fatto, per senso civico, prima ancora che ci obbligassero».

Che significa, oggi, essere imprenditore nel mondo della ristorazione con la situazione che stiamo vivendo?

«Il primo pensiero è rivolto ai nostri collaboratori e come metterli in condizione di vivere sereni questa situazione. Al ristorante di Salerno, appena aperto, abbiamo dei dipendenti che stanno in fitto a nostre spese e garantirgli alloggio e lavoro è davvero difficoltoso ma lo stiamo comunque facendo».

Quanti danni pensi che stiano ricevendo i tuoi ristoranti?

«I danni da conteggiare sono facili. Partendo dalle spese, a vuoto, che includono fitti, bollette, etc, stipendi… ovvero mantenere viva una attività senza sapere quando si riaprirà. I danni non sono solo quelli di un mese di inattività. Io spero che questa situazione non crei dei cambiamenti nelle abitudini degli italiani e del resto del mondo. Bisognerà sicuramente rispettare tutte le norme igienico comportamentali del caso ma spero che quando tutto sarà risolto la gente non sia senza voglia di uscire e soprattutto impaurita. Questa è la cosa principale che può spaventare più di tutti ed è questo che è difficile da contabilizzare».

Come stai impiegando il tuo tempo libero?

«Con i social cerco di stare vicino ai miei amici e di non abbandonare i nostri clienti e mi sto dedicando tanto alla mia famiglia. Ho due bimbi, uno di due anni ed uno di tre mesi, e sto recuperando il tempo perso con loro rubatomi dal lavoro. Aiuto molto mia moglie, Alba, che spesso ha accantonato i suoi progetti per stare vicino al mio lavoro e ai nostri figli».

Com’è stato passare dal vedere poco i tuoi figli allo starci insieme H24?

«Mi lamento spesso di passare poco tempo con i miei figli, causa lavoro intenso. Quando sei imprenditore hai tanti pensieri ed impegni e ti dimentichi spesso della cosa più importante, la famiglia. È anche vero però che tutti i sacrifici che fai, li fai per loro. Per garantirgli un futuro e cercare di crescerli bene. Questo periodo mi ci sta facendo riflettere molto. È complesso stare in casa H24 con loro ma è davvero molto piacevole e bello».

Cosa stai cucinando di buono in questi giorni?

«Sento la mancanza della pizza, quindi impasto molto. Sicuramente vari lievitati sia dolci che salati. Mi reputo abbastanza fortunato perché avendo sia genitori che suoceri cilentani riesco a mangiare cose autoprodotte, genuine, fatte secondo la tradizionale cilentana. Quindi al via tutti i piatti cilentani delle nostre nonne».

Se la Regione Campania dovesse, inizialmente, far ripartire solo con l’asporto, tu come ti comporterai?

«A Vallo della Lucania abbiamo una pizzeria quindi penso che partiremo da lì con il delivery. Ci scrivono in tanti e quindi sarà un piacere consegnare le nostre pizze a domicilio, con le dovute precauzioni per loro e per i nostri dipendenti. Per il nuovo locale è diverso. Gli obiettivi sono quelli di portare il concetto di Suscettibile Pioppi nel centro di Salerno. (Per chi non lo sapesse è una cucina di materia ma abbastanza lavorata sia nelle tecniche che nell’impiattamento). Sicuramente Salerno permette di più rispetto ad un piccolo centro però non saprei… Anche se abbiamo fatto solo un giorno di lavoro, a Salerno, abbiamo avuto feedback davvero positivi ed io sono pronto con la stessa energia a ripartire quando si potrà. In ogni caso resto  molto fiducioso e davvero questo tempo lo sto passando pensando solo ed esclusivamente alla mia famiglia che vivo sempre poco».

A giugno pensi avrai problemi con il ristorante di Pioppi?

«Ecco. Questo è il discorso dei problemi relativi al futuro. Giugno è alle porte e non si sa quanto durerà tutto questo. Sono più in pensiero per qui che per Salerno. Mi aspetto comunque un calo perché questo periodo ha intaccato l’economia di tutti. I clienti miei sono famiglie medie che vengono a passare le vacanze nel Cilento. Se loro avranno difficoltà nel farsi le vacanze ci sarà poca utenza e Pioppi è un piccolo paese. Immagino che questo non sia un problema solo mio ma di tutti i locali che vivono di turismo grazie alle persone che popolano le costiere italiane».

Quale sarà la prima cosa che fari quando si potrà uscire di nuovo?

«Sarà sicuramente tornare al lavoro con l’ansia di riprendere questa situazione in mano e poi rivedere i miei amici per mangiare qualcosa insieme e bere un bicchiere di vino con la speranza che si ritorni presto alla normalità».

Che Cilento riesci ad immaginare quando tutto questo sarà finito?

«Per una cosa improrogabile, giorni fa, sono dovuto andare a Vallo della Lucania ed ho visto che la natura sta prendendo il sopravvento. Ho incontrato di tutto: cinghiali, tassi, volpi, animali di vario genere vagare in giro senza nessuna difficoltà. Il Cilento è rimasto uguale, secondo me cambierà poco, a meno che non c’è stata qualche famiglia che ha vissuto dissesti importanti. È una terra che si riprenderà subito sia come popolazione che per tutto il resto. Tornerà in fretta a vivere il suo tempo in modo … lento».

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