Il fratello morì nel mare di Baia Arena: Giovanni Sarno ringrazia il “cordiale popolo del Cilento”

"Volevo semplicemente ringraziarvi, ora per allora, e sono sicuro che Franco lo portiate e porterete sempre nel cuore, proprio così com’era per lui"

Di Ernesto Rocco

Era il 29 luglio del 2019. Francesco Guidone, 53 anni di Sarno, perdeva la vita nello specchio d’acqua antistante Baia Arena, nel Comune di Montecorice. Da anni aveva una casa poco distante, a Casa del Conte. Amava il Cilento e il suo mare. Ma quel giorno proprio il mare lo tradì. A distanza di quasi un anno Giovanni Guidone, fratello di Francesco, ha voluto scrivere una lettera a quello che lui stesso definisce “il cordiale popolo cilentano”.

Guido ricorda come “In quel giorno tristissimo, Franco ha ricevuto l’omaggio di tanti Amici di Santa Maria di Castellabate, Montecorice e non solo. Ci fu un via vai, a Case del Conte, dove Franco, in attesa di alcuni nulla osta, prima di partire per l’ultimo viaggio, è stato per un giorno intero. Ad un certo punto ci siamo guardati io e la mia Emilia e senza pronunciar parole ci siamo chiaramente detto con gli occhi, nello stesso istante la stessa cosa … ma quanti amici e come si è fatto volere bene Franco! Tant’è, che ad un certo punto mi sono messo a chiedere chi fossero e come si fossero conosciuti … ho avuto questo bisogno di sapere”.

“C’è una vecchia leggenda sui Cilentani che non mi trova affatto d’accordo e che debbo e mi sento di sfatare e smentire totalmente e così pubblicamente. Si dice, che i Cilentani è gente chiusa, nel senso che non fanno entrare nelle loro amicizie e affetti quelli che vengono da fuori – dice Giovanni Guidone – Ebbene, non è così, non è vero. Franco mi parlava di Voi benissimo e, anche per lui ciò non aveva veridicità. Difatti, lo avete accolto e reso uno di Voi, lo avete letteralmente adottato e voluto bene e, questo è stato assolutamente reciproco. Quindi tutt’altro. Amichevole, amabile e disponibile, è dunque la Gente del Cilento.Volevo semplicemente ringraziarvi, ora per allora, e sono sicuro che Franco lo portiate e porterete sempre nel cuore, proprio così com’era per lui”.

La sua lettera è “Un omaggio del quale a distanza di mesi ci tenevo a farvi personalmente e vi dico infine e chiedo che sento il bisogno di stare un po’ con voi, di incontrarvi e abbracciarvi, appena sarà possibile, sicurissimo quando ciò accadrà, della presenza del compianto amato fratello mio”.

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