E’ un metallo pesante, duttile, intaccabile ed ha colore giallo. E’ malleabile e per questo facilmente lavorabile per coniare monete e produrre gioielli. Queste caratteristiche fecero sì che diventasse un elemento ricercato e mistico.
Storia dell’oro
L’oro era considerato il metallo degli Dei e quindi il metallo usato nei rituali.
I primi oggetti in oro appartengono alla civiltà egizia datata 5.000 anni avanti Cristo, ma è con le civiltà etrusche e romane che si raggiungono i livelli di eccellenza nella produzione di tali oggetti.
Nel passato l’oro era utilizzato esclusivamente per creare gioielli e fu Giulio Cesare a coniare una moneta d’oro chiamata aureo nel 49 a.c.
Il nome del metallo giallo deriva infatti proprio dal latino aurum che vuol dire alba scintillante.
I romani usavano il metallo prezioso anche come trama per tessuti, per tappeti e per decorare mobili, vasellame e soffitti.
Nel mondo antico i due principali produttori erano l’Egitto e la Spagna. Gli egiziani iniziarono ad estrarre l’oro dai fiumi, ma in seguito passarono ai giacimenti del Sudan, dell’Etiopia e dello Zimbabwe scoprendo nuovi metodi di estrazione.
In Spagna furono i fenici che sfruttarono massicciamente la zona dei Pirenei, e dopo la fine delle guerre puniche, furono i romani a sfruttare i giacimenti spagnoli.
Sappiamo infatti dagli scritti di Plinio il Vecchio che nelle province di Asturie, Galizia e Lusitania si riuscivano ad estrarre oltre 6 tonnellate d’oro al mese.
Generalmente l’oro veniva estratto in tre modi:
- Con il lavaggio della sabbia nelle zone aurifere superficiali;
- Scavando pozzi;
- Frantumazione di costoni montuosi che era un metodo molto pericoloso sia per il fumo che soffocava gli schiavi operai sia per le disastrose frane che si verificavano. Gli schiavi lavoravano nelle miniere fino a morire e per questo motivo gli operai erano ribelli, detenuti, cristiani e condannati ai lavori forzati.
Oltre che dalla Spagna i romani estraevano oro anche dalla Gallia, dai paesi baltici e dall’Italia.
Con il crollo dell’Impero molto dell’oro romano finì in oriente.
Nei secoli se n’è estratto tanto, si ritiene oltre 100.000 tonnellate. L’estrazione di oro attuale è di circa 2.400 tonnellate che a dir la verità è poco rispetto al passato.
L’impiego dell’oro come moneta (se tralasciamo l’epoca classica) è abbastanza recente. Nel 1816 l’Inghilterra utilizzava oro per coniare monete. A questa prima nazione seguirono nel 1872 la Germania e nel 1900 gli Stati Uniti d’America. Verso gli anni trenta la convertibilità venne annullata sia dagli Stati Uniti d’America che dall’Inghilterra e nel 1944 venne fissato il prezzo dell’oro a 35 $ l’oncia.
Negli anni 70 nasce il mercato libero dell’oro per cui il valore del metallo prezioso dipende dalla domanda e dall’offerta.
Attualmente, oltre che per l’industria orafa, l’oro è utilizzato anche dalle industrie tecnologiche elettroniche e dalle industrie medicinali.
Leghe d’oro e caratura
Numerose sono le leghe d’oro, che oltre al metallo giallo contengono altri elementi che ne modificano le proprietà ed il colore;
ne citiamo le principali:
- Oro bianco composto dal 75% di oro e dal 25% di nichel, palladio e argento.
- Oro rosso composto dal 75% di oro, dal 4,5% di argento e dal 20,5% di rame.
- Oro blu composto dal 46% di oro e da gallio o indio.
L’oro è un metallo tenero e per l’industria orafa è necessario associarlo ad altri metalli per attribuirgli la giusta durezza.
Esistono diverse tipologie di oro con purezze diverse perché contengono altri metalli. Perdendo purezza si perde anche valore.
In gioielleria si usa l’oro a 18 carati ( 6 carati di rame o argento e 18 di oro) ed essendo l’oro mischiato con leghe diventa più flessibile.
L’oro a 24 carati è purissimo ed è quello rispetto al quale è stabilita la valutazione.
L’oro 22 carati contiene il 91,7% di metallo giallo ed è troppo morbido per la lavorazione dei gioielli.
La purezza dell’oro è sempre e solo indicata dalla caratura. Il carato è l’unità di peso pari a 0,2 grammi ed equivale nelle leghe alla quantità di parti d’oro su un totale di 24 parti di metallo.
Per esempio 24 carati è oro purissimo perché le 24 parti di metallo sono tutte di oro.
La legge italiana obbliga il produttore ad applicare un marchio che determini il titolo della lega.
Per esempio titolo 750 significa che l’oggetto d’oro è composto da tre quarti di oro puro e per un quarto da altri metalli. Nella vendita di un oggetto in oro si considera la quantità di oro presente e non la lavorazione.
Peso specifico dell’oro
Il peso specifico di una sostanza è dato dal rapporto tra il peso e il volume cioè Ps= P/V.
Il peso specifico dell’oro è 19,25 Kg/mc. Questo significa che un cubetto di oro puro di lato 10 cm equivale ad un peso di 19,25 Kg.
Perché investire in oro
L’oro è da sempre riconosciuto come un bene rifugio e un bene sicuro nel tempo.
Se si vogliono porre i propri risparmi o parte di essi in oro è possibile comprare lingotti che si trovano disponibili in varie misure. Su ogni lingotto sono riportati il peso, il titolo e il marchio del fabbricante.
Nel breve tempo il valore del lingotto può aumentare o diminuire a seconda del periodo politico e finanziario che si sta vivendo.
Nel lungo periodo quasi certamente la quotazione aumenterà e questo perché nei secoli è sempre avvenuto così. L’oro ha sempre mantenuto il suo valore rispetto al tasso di inflazione degli ultimi 200 anni.
Le sterline d’oro sono la formula più conveniente per investire in oro. Infatti, da più di 500 anni, sono i piccoli lingotti più popolari del mercato.
Le sterline sono quotate giornalmente nelle principali borse internazionali. Sono molto richieste perché difficili da trovare, sono facilmente trasportabili e si possono acquistare in esenzione IVA come previsto dalla Legge n.7/2000.
Se dovesse esserci la necessità di vendere il proprio metallo giallo, perché si necessita di liquidità, è possibile negoziarlo 24 ore su 24 in uno dei mercati in tutto il mondo o rivolgersi ad un compro oro per avere presto soldi liquidi.
Pro e contro sull’investire in oro
Tra i pro possiamo elencare: l’oro non perde nel tempo di valore, è facile comprarlo e lo si può commerciare sia in Italia che nelle altre parti del mondo.
Tra i contro possiamo elencare: è difficile conservarlo in sicurezza e non garantisce una remunerazione elevata.