AGROPOLI. “Vogliamo chiarezza”. Questo l’appello che Giovanni Basile, rappresentante agropolese della Lega, rivolge alle autorità comunali.
Se fin ora il sindaco di Agropoli, Adamo Coppola, era stato giudicato positivamente per le sue azioni e per la gestione dell’emergenza, ora c’è chi inizia a manifestare malcontento per l’eccessiva esposizione mediatica, spesso futile, e per la poca trasparenza nelle informazioni relativamente ai contagi ed ai tamponi.
“Devo rilevare una totale inadeguatezza comunicativa – accusa Basile – Ad oggi non sappiamo qual è la situazione dei tamponi, dei contagi e tante altre notizie. Ciò determina un clima ancora più pesante, la comunicazione è pessima“. “Ad oggi non ci sono numeri, non ci sono linee per far capire che alcuni ceppi di contagio si sono fermati ed altri stanno uscendo. Ci troviamo in difficoltà ad avere informazioni”, dice il politico agropolese.
Secondo Basile la ricetta per migliorare l’informazione è semplice: “Sarebbe necessario fare meno video, meno dirette e fornire dati ufficiali per frenare illazioni” e ancora: “Vedere nei video chi ha responsabilità amministrative in giro senza guanti, senza mascherine, è brutto per chi è chiuso in casa. Non usiamo questo virus per campagne elettorali”. L’esponente della Lega, però, evita di incalzare il sindaco Coppola considerata la fase di emergenza ma avverte: “Quando sarà finita questa situazione sarà il momento di fare anche polemiche forti perché l’emergenza è gestita male”.
Sui provvedimenti presi dal primo cittadino Giovanni Basile chiarisce come, a suo avviso, alcuni siano positivi, come la chiusura delle strade, altri immotivati, come l’ordinanza che impone di uscire per fare la spesa solo due volte a settimana. “Oggi c’è molta gente per strada, da un lato si limita l’uscita per la spesa ma dall’altro si permettono assembramenti fuori le poste”. Basile invita quindi ad evitare mezze misure e soprattutto a garantire più controlli. “Le forze di polizia non sono coordinate tra loro. E’ necessario un tavolo interforze per dividere il territorio”, conclude.