A gennaio il mio viaggio ad Offida, un gioiello italiano incastonato tra le colline del Piceno. Offida è una cittadina marchigiana, conosciuta come il paese del sorriso, del merletto e del Carnevale. Visitando l’antico borgo di Offida ho ammirato degli incantevoli panorami, gustato un’ottima cucina locale, apprezzato un artistico ed originale artigianato.
L’ex convento di San Francesco d’Assisi è uno dei luoghi più antichi e più frequentati di Offida. All’interno di un antico castello, agli inizi del XIII secolo, fu aperta un residenza religiosa, passata alle Clarisse nel 1245. Le monache, dopo aver fatto demolire una cappella dedicata a Sant’Agnese, fecero costruire la nuova chiesa ed il convento, dedicandoli a San Francesco d’Assisi. Nel 1554, i monaci Francescani subentrarono alle Clarisse, modificarono la chiesa ed ampliarono il convento, costruendo tre nuovi corpi di fabbrica. Con la soppressione dell’Ordine, durante il periodo napoleonico parte del convento venne utilizzata come carcere mandamentale. Nel 1906, anche la chiesa fu sconsacrata ed utilizzata, parte a mulino e parte a forno per la panificazione. Dal 1999, grazie al restauro dell’intero edificio voluto dall’Amministrazione Comunale, l’ex convento ospita l’Enoteca Regionale delle Marche.
In occasione dell’Anno Santo del 1625, i frati convinsero una trentina delle più ricche famiglie offidane, a finanziare la decorazione del Chiostro “dei benefattori”. Furono realizzate 30 lunette con affreschi dedicati alle “Storie di San Francesco d’Assisi”. In cambio, ogni famiglia avrebbe visto dipinto il proprio nome ed il proprio stemma su un affresco da loro scelto. Delle trenta lunette, solo 17 sono ancora visibili. I dipinti hanno quasi tutti la stessa cornice “dorata”, con una piccola ghirlanda verde su fondo rosso; alla base è presente una tabella oblunga con la descrizione in italiano della scena; in un angolo di ogni lunetta, è raffigurato il nome e lo stemma del committente. I dipinti, molto probabilmente, sono opera di un frate denominato “mastro Stefano pittore“.
Nella lunetta classificata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Fermo, Ascoli Piceno e Macerata, n°16, troviamo l’affresco, alquanto danneggiato, denominato: “San Francesco predica agli Animali”, (XVII secolo). L’iconografia rappresenta al centro, San Francesco d’Assisi che, accompagnato da un confratello, da una barca predica ai pesci che si intravedono nel mare. Sulla destra, in alto, il Santo predica agli uccelli e ad altri animali. Il committente è: “ D GREGORIVS (SIMON)ETTVS I. V. D. – Gregorio Simonetti”. Questa scena dei due miracoli di San Francesco d’Assisi rappresentati insieme, l’abbiamo già trovata nel disegno del XVI secolo proveniente dallo Städel Museum di Francoforte e nella pala d’altare, denominata dell’Epifania o Adorazione dei Magi (1584), esposta nella Concattedrale di Santa Maria de la Redonda a Logroño, in Spagna. E’ evidente, che gli artisti si sono ispirati a fonti storiche, che prediligevano come importanza il Miracolo dei Pesci, per cui, l’hanno rappresentato più grande e collocato al centro della scena. Con il passare degli anni, chissà per quale motivo, questo importante miracolo compiuto da San Francesco d’Assisi ad Agropoli, è quasi scomparso dall’iconografia francescana. Sta a noi adesso, riportarlo in auge, al centro della nostra vita storico-religiosa. Da parte mia continuerò le ricerche donandole ai credenti agropolesi.