Oltre i medici che combattono il coronavirus, ci sono loro: i commercianti e le piccole aziende che rischiano ogni giorno per la sopravvivenza della collettività e per provare a mandare avanti l’economia locale. Per dare voce a tutti, sentiamo Loreto Scarpa, proprietario dell’omonima macelleria di Vallo Scalo, che ci confida come vive questa situazione del Covid-19.
In tempi in cui ognuno vorrebbe tutelarsi e restare a casa per limitare al minimo il rischio del contagio di questo coronavirus, troviamo anche tanti lavoratori che forniscono beni di prima necessità per la collettività. Un’impresa eroica che trova piacere nel non abbandonare il proprio paese. Loreto Scarpa, storico macellaio di Vallo Scalo, è molto preoccupato per l’attuale situazione. Come lui tanti altri. Lo abbiamo scelto perché è un esempio di eccellenza del territorio e ci racconta, attraverso le sue parole, quello che è il punto di vista di chi continua a dare il suo contributo attraverso un servizio necessario.
Loreto, come stai affrontando questa pandemia?
«Con molta attenzione riguardo il problema ma anche con serenità senza farmi prendere dal panico».
Fortunatamente la tua è un’attività che sta continuando ad operare perché rientra nei beni di prima necessità. Quanta tensione c’è nel lavorare a queste condizioni?
«Non è il massimo anche perché si lavora comunque in un regime ridotto e solo con la gente locale in quanto non si ci può spostare dal proprio domicilio. Stare qui dentro è una grossa responsabilità. Sto a contatto con la gente tutto il giorno e mi ritiro a casa con persone che sono state chiuse. Non ti nascondo che ho sempre un po’ di paura nei loro confronti. Aiuta mantenere tutti gli standard di sicurezza però è dura».
Lavorativamente parlando, quando stai soffrendo questa situazione?
«Fortunatamente, come dicevo, si sta lavorando. Meno, ma si lavora comunque. Certo è che il cliente abituale non viene tutti i giorni e cerca di fare la spesa a settimane alterne però, con difficoltà, andiamo avanti. Sicuramente si è registrato un calo notevole rispetto al mese scorso».
La tua famiglia ha tanto tempo libero a casa da poter dedicare alla cucina. Cosa stanno cucinando di buono in questi giorni?
«Ti posso garantire che ultimamente avevamo deciso di metterci un po’ a dieta ma è davvero impossibile. Fra gnocchi di patate, polpette al sugo, dolci, carciofi ripieni ed arrostiti, zeppole… tutto in perfetto stile cilentano… non ce ne usciamo più».
Che valori stiamo riscoprendo?
«La famiglia in primis. Quello che si era perso. I valori affettivi, i legami di parentela, li riscopriremo alla grande».
Quale è la prima cosa che farai quando tutto questo sarà finito?
«Cerco di non pensarci. Spero solo che tutto passi il prima possibile e mi auguro finisca tutto per il meglio. Poi penseremo cosa fare… ».
Come ti immagini il Cilento alla fine di tutto questo?
«Il Cilento è una bella terra. Pure per questo penso che saremo premiati. È molto vasta ed poco abitata. Vivremo il tutto in un modo meno pesante rispetto alle grosse città».