Una lettera alla dottoressa Jutta Schulze, che dopo anni di lavoro ha deciso di lasciare la Neufrologia dell’Ospedale dell’Immacolata di Sapri. L’iniziativa è di Rosetta Guerra, figlia di un dializzato. Nella missiva si sottolinea la grande bravura del medico, unita alla grande umanità ma al contempo si sottolinea l’amarezza per la decisione.
I pazienti, immunodepressi e a rischio contagio, perdono un professionista di grande valore in un momento complesso, considerata l’emergenza coronavirus.
Gent. ma Dott. ssa Jutta Schulze,
ci dispiace tantissimo venire a conoscenza della sua scelta di lasciare il reparto di emodialisi di Sapri.
Per tutti noi verrà a mancare una figura di riferimento scientifica, un baluardo di professionalità, umanità e disponibilità. Verrà a mancare il dolce sorriso che lei dona sempre a tutti noi. Ai nostri familiari verrà a mancare la solidità delle risposte alle loro domande, il sollievo alle loro ansie e preoccupazioni, per tutti verrà a mancare il costante supporto medico e umano che lei dona quotidianamente.
Ci rendiamo conto che la burocrazia italiana spesso frustra il lavoro anche dei più grandi professionisti della salute. Sappiamo che da 7 anni svolge di fatto il ruolo di dirigente medico ma il suo contratto la inquadra come specialista ambulatoriale. Pertanto assolve agli obblighi da dipendente ma ha le tutele legali da specialista. Ci rendiamo conto che dopo 7 anni di onorata carriera Lei senta l’urgenza di essere riconosciuta ufficialmente dall’ASL di Sapri come parte integrante e non dispensabile del reparto di Emodialisi.
Tutti noi pazienti saremmo confortanti dalla sua assunzione nell’organico del Distretto per non vanificare gli aggiornamenti apportati ad oggi dalla sua presenza, per avere la possibilità di continuare a praticare la dialisi peritoneale, fosse anche per 1 solo paziente, ma sempre strumento aggiuntivo del reparto.
Ci auguriamo che le sue giuste richieste vengano accolte dall’amministrazione che troppo spesso non supporta le esigenze motivazionali dei suoi lavoratori. Abbiamo tutti necessità di sentire riconosciuto il nostro valore nonostante la nostra incondizionata comprensione speriamo che possa cambiare idea e portare avanti la sua missione ancora qui, ancora tra noi, continuando a credere in quello che fa, nonostante gli ostacoli.
Il merito che non le viene riconosciuto da chi dovrebbe, le viene invece, riconosciuto dalle tante persone che credono in lei che esercita in pieno il giuramento di Ippocrate, in quanto “consapevole dell’importanza dell’impegno che si assume, perseguendo come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui si ispira con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, prestando la sua opera con diligenza, perizia e prudenza, secondo scienza e coscienza”.
La sua assenza sarà per noi motivo di grande dolore. Il paziente dializzato è un paziente fragile perché cosciente della irreversibilità di una malattia definita terminale che cambia irrimediabilmente, a livello fisico e psichico, la vita di chi la subisce e dei suoi familiari. Il reparto in questi ultimi anni, grazie alla sua presenza, ha raggiunto ottimi livelli di professionalità e accoglienza umana.
Pur confidando nelle capacità del resto dell’Unità NON VOGLIAMO RINUNCIARE ALLA SUA PROFESSIONALITA’ E UMANITA’.
Il reparto non perderà semplicemente una dottoressa, ma una grande Dottoressa e una grande Donna.
Vogliamo comunque essere fiduciosi che ci possa essere un intervento, da chi di dovere, che la porti a rivedere la sua scelta.
Con gratitudine e immensa stima
I pazienti del reparto di emodialisi del P.O. di Sapri