Ospedale di Agropoli verso la riapertura con 82 nuovi posti letto

Ecco quando riaprirà l'ospedale di Agropoli e cosa è previsto

Di Ernesto Rocco

Presto prenderanno il via i lavori per rendere l’ospedale di Agropoli un Covid Hospital. Nella serata di ieri il consigliere regionale e presidente della commissione bilancio, Franco Picarone, ha annunciato che «le ditte sono state già autorizzate ad investire» e che «si sta già lavorando per attrezzature e personale». Poco dopo il sindaco Adamo Coppola ha confermato la riapertura e l’avvio dei lavori entro la prossima settimana.

Questo l’epilogo di una lunga giornata iniziata nella mattinata quando il sindaco agropolese ha incontrato prima i rappresentanti di Regione e Asl e poi i sindaci del comprensorio proprio per affrontare la questione ospedale.

Ospedale di Agropoli, nuovi posti letto

Il presidio sarà dotato di trentaquattro posti letto di terapia intensiva; altri quarantotto verrebbero messi a disposizione dei pazienti che presentano i sintomi del Covid-19 e a questi si aggiungono quelli già presenti. Dal punto di vista impiantistico “previsti pochi piccoli accorgimenti per ripristinare la funzionalità” dell’ospedale di Agropoli. Sarà tuttavia trasferire il blocco per i Disturbi dell’alimentazione per evitare accessi promiscui fa sapere l’Asl.

«Un’occasione d’oro per dare una risposta al nostro territorio in termini di sanità e una possibilità per il nostro Governatore che potrà dare soddisfazione ai cittadini», ha detto il primo cittadino Coppola che ha paragonato il provvedimento di riapertura del nosocomio ad un calcio di rigore in favore di De Luca per riacquistare consensi nel Cilento.

Le polemiche contro De Luca

Soltanto 24 ore prima, infatti, il profilo Facebook del presidente della giunta regionale era stato preso d’assalto da centinaia di cittadini che avevano appreso con rabbia la scelta di acquistare dei prefabbricati per ospitare dei posti letto di terapia intensiva. Per molti un paradosso considerato che nel Cilento e in tutta la Regione vi sono strutture in parte o completamente inutilizzate. Tra queste, appunto, l’ospedale di Agropoli. Il presidio, aperto nel 2004 e chiuso solo pochi anni dopo, ad oggi è in funzione con soli dieci posti letto di medicina generale. Il territorio, invece, ne chiede da tempo la riapertura e l’emergenza coronavirus potrebbe rappresentare l’occasione per riattivare anche i reparti legati all’urgenza. Un appello condiviso da tanti amministratori locali.

Il Cilento non è mai stato così unito come oggi nel sollecitare la Regione Campania a riattivare il presidio agropolese. Da Sapri a Capaccio, passando per Vallo della Lucania, tutti i sindaci hanno espresso il desiderio di veder riaperta questa struttura. Qualcuno, come l’amministrazione comunale di Montecorice, ha anche evidenziato come l’ospedale di Agropoli dovrà essere un punto di riferimento per quest’area a Sud di Salerno non solo per affrontare l’emergenza ma anche per le situazioni ordinarie. Sul caso, poi, è stata presentata un’interrogazione parlamentare da parte del senatore Francesco Castiello che ha invitato anche la Protezione Civile ad intervenire, mentre il consigliere 5 Stelle Michele Cammarano ha portato la questione all’attenzione del Consiglio Regionale. C’è anche chi, come il consigliere comunale di Ogliastro Cilento Gerarda Ariana, ha rivolto un appello al Presidente Conte e avviato una raccolta firme che in 24 ore ha superato le duemila sottoscrizioni. Dal sindaco di Castellabate, Costabile Spinelli, un appello all’unità dei sindaci.«Non possiamo più aspettare vista la carenza di strutture sanitarie in questo territorio».

La notizia della riapertura dell’ospedale di Agropoli

In serata le dichiarazioni del consigliere regionale Picarone hanno sciolto gli ultimi dubbi sul possibile potenziamento dell’ospedale civile di Agropoli suscitando reazioni positive univoche. Soddisfazione anche dai sindacati: “E’ passata la nostra tesi. E’ dagli inizi di marzo che abbiamo bombardato le Istituzioni affinchè si riaprisse Agropoli e si dedicasse questo Ospedale all’emergenza Coronavirus”, ha detto Rolando Scotillo della Fisi – Sanità

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